03, Marzo, 2025

Missione Bufo Bufo, operazione su scala nazionale per salvare il rospo comune

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Ogni anno intorno a febbraio, il rospo comune, detto anche rospo Bufo Bufo, migra dai boschi e dalle colline per andare a deporre le sue uova in laghetti o altri specchi d’acqua stagnanti. Tuttavia, dove un tempo c’erano solamente vegetazione e sentieri di campagna, adesso sorgono strade asfaltate e trafficate che gli anfibi si ritrovano ad attraversare, cosa non solo pericolosa non solo per loro, ma che potrebbe rappresentare un altro potenziale pericolo per gli automobilisti. A tutela di questi animali a metà degli anni ’90 il WWF Firenze lancia la Missione Bufo Bufo, che da quattordici anni è giunta anche ad Arezzo e qui in Valdarno, organizzata dagli attivisti de “Il Macaco Nero”.

Missione Bufo Bufo non è una vera e propria associazione costituita, ma sono 143 gruppi di volontari attivi in tutta Italia affiancati da altre associazioni ufficiali, come appunto il WWF, il quale si occupa anche di formare coloro che aspirano a partecipare all’operazione. Il movimento ha un duplice scopo: monitorare scientificamente l’attività migratoria e di riproduzione del rospo Bufo Bufo e salvaguardarne il passaggio nelle zone trafficate.

La migrazione è una cosa sostanzialmente semplice, – spiega il portavoce del gruppo di Arezzo e provincia Francesco Cortonesi, – le femmine, che trascorrono la maggior parte del loro tempo nei boschi, abbastanza lontano dall’acqua, scendono dalle colline per andare a deporre le uova generalmente nei laghetti o nelle pozze. Prima di arrivare incontrano i maschi, che trascorrono il loro tempo nelle zone un po’ più limitrofe all’acqua; questi salgono sulla schiena delle femmine e vanno insieme a loro alla zona di deposizione delle uova, che poi vengono fecondate.”

Per facilitare questo passaggio, che di solito avviene la sera, più o meno dalle 18:00 in poi, i volontari raccolgono e trasportano i rospi dall’altra parte della strada, sia all’andata che al ritorno e ne monitorano i progressi. I dati raccolti vengono poi inviati a dei biologi nazionali per essere elaborati.

Noi lo facciamo perché il nostro messaggio principale è che bisogna cercare di salvare tutti gli animali – continua Cortonesi. – Tutti gli animali hanno il diritto alla vita: non lo facciamo per uno scopo prettamente ecologico o per uno scopo prettamente funzionale al fatto che l’animale è comunque molto utile all’agricoltura. Sono animali molto utili all’ecosistema.”

Generalmente, il periodo della migrazione partire da metà febbraio, ma ogni anno sembra partire sempre più in anticipo:

“Il periodo dipende, cambia a seconda della temperatura. Noi quando quattordici anni fa abbiamo iniziato si cominciava per il periodo di San Valentino. Quest’anno siamo arrivati a iniziare a metà gennaio, questo per via dei cambiamenti che ci sono stati nelle temperature: il cambiamento climatico si riflette anche sulla migrazione, non sta a noi stabilire quanto abbia influito, però lo abbiamo registrato; è un indicatore su cui si può riflettere.”

Nel Valdarno, le strade più transitate dal rospo comune durante questo periodo sono:

– Via degli Urbini dal Matassino fino alla rotonda di Renacci nei comuni di Figline Incisa e San Giovanni Valdarno.
– Strada provinciale 9 nel tratto fra Faella ed il varco nel comune di Castelfranco e Piandiscò.
– Via della Diga dal cimitero di S.Barbata fino al lago di San Cipriano nel comune di Cavriglia.
– Via di S.Clemente e Modine nel comune di Loro Ciufenna.
– Strada provinciale 540 e via di Valdambra nel comune di Bucine.

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