La Commissione europea finanzia un progetto dell’Università di Firenze, Regione Toscana, CSAI e Sienambiente. Tra gli obiettivi, fornire linee guida a livello europeo per la gestione post mortem delle discariche
Parte una nuova ricerca per ridurre l'impatto ambientale del biogas in discarica. La Commissione europea finanzia un progetto dell’Università di Firenze, Regione Toscana, CSAI e Sienambiente. Tra gli obiettivi, fornire linee guida a livello europeo per la gestione post mortem delle discariche
"Ridurre le emissioni di metano attraverso un innovativo sistema di biofiltrazione naturale in grado di trattenere i gas responsabili dell’effetto serra. È l’obiettivo del progetto Life RE Mida che vede come partner il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze DIEF (capofila), la Regione Toscana, CSAI e Sienambiente. Per realizzare lo studio della durata biennale, l’Unione europea ha stanziato attraverso LIFE, lo strumento finanziario a sostegno della protezione della natura e del clima per progetti di azione ambientale, un contributo di 513.368 euro (su un budget totale di 855,614 euro).
"Tale progetto nasce per approfondire le basi scientifiche relative all’ossidazione microbiologica degli inquinati al fine di redigere linee guida a livello europeo sul trattamento del gas con basso potere calorifico, nell’ambito della Direttiva sulle discariche. In particolare il progetto prevede la realizzazione, la gestione ed il monitoraggio di un sistema di biofiltrazione dei gas di discarica residuali a scala industriale con materiali filtranti biologicamente attivi, che sarà realizzato presso la discarica di Podere il Pero nel comune di Castiglion Fibocchi, gestita da CSAI Spa (nella quale i conferimenti dei rifiuti sono terminati nel marzo 2014 e sono appena concluse le opere di copertura definitiva) e presso il sito delle Fornaci nel Comune di Monticiano (SI), gestito da Sienambiente.
"L'emissione di gas climalteranti è uno dei principali problemi di impatto ambientale per le discariche di rifiuti. Il biogas di discarica, che si produce naturalmente dalla degradazione della matrice organica contenuta nei rifiuti, infatti, è composto in larga parte da metano (CH4) ed anidride carbonica (CO2). La normativa (europea e nazionale) impone ai gestori delle discariche di evitare la dispersione del biogas in atmosfera attraverso impianti di aspirazione e l’invio a combustione, anche attraverso il recupero energetico in motori in cogenerazione per la produzione di elettricità e/o calore per il teleriscaldamento".
"Al termine dell’attività di gestione delle discariche (o anche di alcuni moduli) e nel termine di qualche anno dall’avvenuta chiusura, la produzione di biogas diminuisce gradualmente. In generale, si rileva che il potere calorifico del biogas di discarica in post-gestione diminuisce nel tempo fino ad arrivare ad un contenuto di metano inferiore al 22-25%, concentrazioni che fanno perdere al biogas le caratteristiche di combustibile. Con la diminuzione del contenuto di metano nel gas di discarica, a cui corrisponde un aumento del contenuto di ossigeno, si determinano le condizioni per cui la combustione diviene non più praticabile".
"Per CSAI Spa, in particolare, questo è il terzo progetto di ricerca finanziato dal programma LIFE a partire dal 2006 in collaborazione con l’Università di Firenze, a dimostrazione del continuo impegno nel cercare di ridurre l’impatto ambientale dei propri impianti di smaltimento, non solo in fase di coltivazione ma anche nella loro gestione post mortem. I risultati del progetto infatti potranno essere utili in futuro anche per la più grande (e attiva) discarica di Podere Rota".