Alle ore 21 nella Sala Filanda della Ginestra presenterà il suo ultimo libro dal titolo “Niente altro che la verità”. Un evento promosso dal Comune di Montevarchi in collaborazione con il Coordinamento di Libera Valdarno
Sarà presente questa sera, a Montevarchi, il magistrato oggi in pensione Gian Carlo Caselli, per presentare insieme al giornalista Mario Lancisi “Niente altro che la verità”, il suo ultimo libro. Previsti gli interventi del sindaco di Montevarchi, Francesco Maria Grasso, dell'assessore alla cultura, Pierluigi Fabiano, di Pierluigi Ermini, referente di Libera Valdarno. A coordinare l'incontro Enzo Brogi. La serata è stata organizzata dal Comune di Montevarchi in collaborazione con il Coordinamento di Libera Valdarno.
Il libro “Niente altro che la verità” racconta la storia umana e professionale del magistrato che si intreccia con la storia del nostro Paese. Un libro che ricorda le figure più importanti della vita del magistrato, dal padre pompiere alla madre maestra, a un’infanzia modesta, alla fede calcistica granata, alla sua predisposizione per gli studi umanistici. Poi gli studi a Giurisprudenza, e l’incontro con Laura che sarebbe diventata sua moglie e la madre dei loro figli, Paolo e Stefano, fino alla loro vita “blindata”.
“La scorta ti può salvare la vita – scrive Caselli nel libro – a me l’ha salvata diverse volte. Infinita è la mia gratitudine. Ma mentre te la salva, la vita, te la cambia e condiziona. Profondamente”. Un percorso quello di Caselli che inizia negli anni Settanta, gli anni del terrorismo, delle Brigate Rosse, della collaborazione con Carlo Alberto dalla Chiesa e Bruno Caccia. Non solo rapporti di lavoro, ma di stima reciproca e di amicizia. L’autore sottolinea con forza le diversità “abissali” tra la mafia e il terrorismo che possiedono, tuttavia, un tratto distintivo comune: “il disprezzo della vita”.
Come altri magistrati, anche l’ormai ex Procuratore Capo di Torino crede fermamente che per debellare la criminalità organizzata, l’azione repressiva non sia sufficiente. In questo senso, fondamentale è la nascita di una serie di movimenti e organizzazioni, una su tutte Libera. Caselli ricorda il primo incontro con don Luigi Ciotti, al funerale del giudice Giuseppe Turroni. “Luigi rappresenta la Chiesa che amo – spiega Caselli – Un amico che mi ha accompagnato, con discrezione ma sempre con affetto, nelle tappe fondamentali della mia vita”. E che gli permetterà di avvicinarsi alla realtà del Gruppo Abele prima e di Libera poi.