28, Ottobre, 2024

Castelnuovo d’Avane, cerimonia ufficiale per la posa della prima pietra della rinascita del Borgo

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Con una cerimonia ufficiale che ha visto la posa della prima pietra si chiude la fase progettuale del Bando dei 20 Borghi voluto dal Mic e si apre la fase attuativa che porterà alla rinascita del Borgo di Castelnuovo d’Avane. Entro il 2026 diventerà un ‘Centro di creatività’ con attività e presenze a servizio della formazione, orientato a condividere sostenibilità e creatività: sorgeranno tre musei, spazi pubblici rigenerati, giardini, luoghi della memoria, residenze turistiche, tra cui un albergo diffuso, residenze private e imprese, botteghe artigianali, abitazioni dedicate al social housing e ai giovani.

Alla cerimonia di questa mattina sono intervenuti il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, il vicesindaco Filippo Boni e tutta la giunta, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il professor architetto Marco Casamonti, l’ingegnere dello Studio GPA Giovanni Cardinale, Francesca Velani, vicepresidente Promo PA Fondazione.

Due anni fa la Regione scelse proprio Castelnuovo d’Avane, tra altri 42 candidati, come unico ed esemplare rappresentante per la Toscana per il progetto finanziato per 20 milioni dal Pnrr che comprende sia opere di ristrutturazione sia lo sviluppo di attività di valorizzazione e produzione culturale. Dall’aggiudicazione del bando a oggi tutte le energie sono state impiegate per “cucire” addosso al Borgo un progetto che ne salvaguardasse le peculiarità, proiettandolo al contempo verso una dimensione più fruibile e capace di attrarre turisti, capitali, nomadi digitali, artigiani e nuovi abitanti. Di fondamentale importanza nel percorso di rinascita è anche la collaborazione con Enel Produzione S.p.A., che curerà progettazione e realizzazione di una strada di collegamento al Borgo dall’area nord, ovvero dalla S.P. delle Miniere.

La riqualificazione ambientale ed energetica presterà particolare attenzione all’accessibilità e alla cultura avendo comunque al centro storia e caratteristiche del borgo che fu. Il Borgo, si spiega a Castelnuovo d’Avane, è considerato da sempre un luogo deputato alla memoria delle ferite che la popolazione di qui ha subito negli anni. Dalla strage messa in atto dai Pazzi nel 1267, che massacrarono gli abitanti maschi della rocca, all’eccidio avvenuto il 4 luglio del 1944, questa volta per mano nazi-fascista che, di nuovo, vide cadere 74 uomini, privando della vita 192 civili innocenti nell’intero territorio comunale. La storia di questo paese è legata anche all’estrazione della lignite xiloide che ne caratterizzò l’economia già da metà del 1800 fino alla nascita del progetto Santa Barbara, nel 1956, con lo scavo della lignite a cielo aperto che decretò la demolizione di case, chiese e un castello, portando lo stesso abitato di Castelnuovo ad un passo dal franare. Per questo motivo negli anni Settanta l’intero abitato venne evacuato e ricostruito in altra località vicina chiamata Camonti.

Leonardo Degl’Innocenti o Sanni: “Si sta avverando un sogno, è la premessa della giornata di oggi. In realtà l’iniziativa della posa della prima pietra non è solo simbolica perchè con oggi inizieranno i lavori di messa in sicurezza di molti degli edifici ormai molto compromessi da un punto di vista statico. Si concluderanno in questi giorni tutte le fasi della progettazione esecutiva, una progettazione che vede interessati gran parte degli edifici dell’abitato di Castelnuovo d’Avane con la loro ristrutturazione e rifunzionalizzazione pensata dagli studi di progettazione Archea, del professor Marco Casamonti, e GPA, dell’ingegnere Giovanni Cardinale, seguendo i più alti criteri di sostenibilità ambientale, energetica, di accessibilità, di cultura e di memoria. E soprattutto il tema della memoria è importante perchè questo è un luogo in cui ci sono stati gli eccidi nazifascisti il 4 luglio 1944 e, poi, purtroppo tra gli anni ’60 e ’70 c’è stato l’esodo forzato di tutti gli abitanti a seguito dell’avanzamento del fronte di scavo della miniera di lignite xiloide. Oggi è una festa per tutta la nostra comunità, una sorta di risarcimento civile di quello che è accaduto a Cavriglia in questi anni. Ed infine con oggi si apre la fase di evidenza pubblica, un bando europeo, per andare a cercare un soggetto che sarà l’attuatore di tutti gli interventi. Quindi è molto importante ed è un punto fondamentale nel percorso di recupero di Castelnuovo d’Avane”.

Architetto Marco Casamonti: “Il fatto che il vecchio Borgo rinasca è un fatto di assoluta novità. L’Italia è piena di Borghi abbandonati e sono luoghi straordinari e risorse del nostro Paese. Noi abbiamo il dovere etico e morale di preservarli e di rigenerarli: far tornare a nuova vita un luogo abbandonato è una missione che ci riempie di responsabilità ma anche di orgoglio. Le caratteristiche principali sono che tutto ciò che si può salvaguardare sarà restaurato e ricostruito e poi con l’inserimento di una visione contemporanea che dia comfort alla vita dei futuri abitanti e dei futuri visitatori”.

“Oggi è la posa della prima pietra ed è un giorno importantissimo perchè viene fatta la messa in sicurezza di tutte le case che sono pericolanti. Senza questa operazione non si può iniziare l’opera di restauro perchè alcuni edifici sono addirittura non visitabili. Noi abbiamo già approntato tutta la parte dei progetti esecutivi e quindi ci auguriamo che a brevissimo entro il 2026 la prima parte del Borgo trovi il suo restauro e poi i lavori continueranno negli anni. Il Borgo è bellissimo e noi dobbiamo salvaguardare tutto quello che la storia ci ha dato compreso le questioni della testimonianza anche dolorosa perchè Castelnuovo dei Sabbioni è stato teatro delle più atroci stragi di civili che appartengono al periodo nazifascista. Venire qui carica anche di emozioni e di significato, è un luogo pieno di simboli e in più è stato un luogo devastato dall’attività industriale delle cave di lignite. La natura si è riappropriata di parte di ciò che l’uomo aveva distrutto. Questa rigenerazione della nuova e rigenerazione degli edifici porterà un luogo che ci auguriamo possa ridare identità a un pezzo della Toscana di straordinario valore”.

Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana: “Per me arrivare qui, oggi, è un’emozione. Ricordo la prima che in compagnia di Leonardo Degl’Innocenti e di Filippo Boni mi fecero vedere qual’era il paese abbandonato, disabitato, ma tristemente noto per l’eccidio delle 70 persone, per l’esproprio che ne aveva causato il totale spopolamento da parte di Enel quando ancora si estraeva la lignite e devo dire che uscìì con le scarpe sporche perchè dove adesso siamo vi erano alberi e non si riconoscevano nemmeno le case, il bosco aveva abbracciato quello che era l’antico paese medievale di Castelnuovo d’Avane che ormai si chiamava Castelnuovo dei Sabbioni. Io ebbi con loro la condivisione e il senso di complicità nel dire ‘dobbiamo riaprire, riappropriarci di questo spazio umano che tanta sofferenza ma che tanta intensità di sentimenti aveva fatto vivere ai suoi 500 abitanti’. Ci siamo riusciti con quella che è stata la scelte del Borgo da far rinascere in Toscana”.

“Presentarono 46 domande, noi abbiamo scelto questo anche perchè il fatto che Enel avesse espropriato ma mai avesse fatto qui estrazione ci ha consentito di avere un unico soggetto: da Enel la proprietà del Borgo era passata al Comune il quale aveva fatto soltanto questo Museo delle Miniere. Questo iter ha portato oggi alla posa della prima pietra di un Borgo spopolato che ritornerà nella sua luce ad essere quel paese che noi tutti vediamo come simbolo di tanti Borghi della Toscana che potranno rifiorire. L’importante è che tutti possano vedere il lavoro fatto e come questo paese possa tornare a nuova vita con housing sociale, con agriturismo, centro di formazione, con la residenza anche di persone che in questi anni mi hanno trasmesso con progetti i loro ricordi”.

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