Nascosto nel cuore di San Giustino Valdarno si trova un antico gioiello di architettura romanica: si tratta dell’antica Pieve del paese, anche nota con il nome di Pieve di Cambiano. Non conosciuta da tanti, questa Chiesa rimane una bellissima testimonianza di architettura romanica del nostro territorio. Ma non solo, nella frazione di Loro Ciuffenna si trova un altro tesoro, un antico pezzo intatto del selciato della Cassia Vetus.
Nonostante la sua posizione defilata, nascosta dalle abitazioni che caratterizzano il centro di San Giustino Valdarno, la pieve è una delle numerose testimonianze della storia medievale del nostro territorio. La Pieve spicca in una piazzetta graziosa, dove si trova anche un antico pozzo medievale, e la sua storia è celata all’interno della mura. Conosciuta anche con il nome di “Pieve di Cabiano”, questa chiesa ha attraversato i secoli, subendo diverse trasformazioni che ne hanno alterato l’aspetto esterno, ma non hanno intaccato la sua essenza storica. La Chiesa inizialmente venne costruita intorno all’anno Mille in una posizione più elevata rispetto ad ora, per poi essere eretta nel luogo odierno nel XII secolo.
La peculiarità della Pieve risiede nel fatto che l’esterno nasconde, a un primo sguardo, le sue antiche origini. Infatti, la sua facciata intonacata, così come il campanile a vela, non rivelano subito la sua origine romanica, ma una volta entrati, la chiesa racconta una storia molto antica, segnata da un aspetto austero e autentico, proprio come era abitudine nel Medioevo. I vari rifacimenti sono stati effettuati negli anni ’60, quando era consuetudine ricostruire edifici antichi, levando, purtroppo, molti aspetti architettonici distintivi. L’interno, però, è rimasto uguale: composto da tre navate e dominato da colonne e pilastri in pietra serena che sorreggono archi e capitelli decorati con semplicità. Questa eleganza essenziale, tipica delle pievi romaniche, evoca atmosfere di spiritualità e raccoglimento, offrendo al visitatore un’esperienza unica e suggestiva. Le colonne, sormontate da capitelli semplici e perfettamente integrati con lo stile sobrio della chiesa, richiamano alla memoria l’interno della celebre Pieve di Cascia a Reggello.
All’interno della Chiesa è conservata anche una “croce delle indulgenze”, un medaglione inciso che dal 1900 è stato concesso a molte chiese italiane. Si trattava di un’iniziativa dell’allora papa Leone IX per il 19 esimo centenario della nascita di Cristo, ma a cosa serviva? Nel volantino dato ai parroci del novecento si legge: “rende facile ai fedeli l’acquisto quotidiano di duecento giorni d’indulgenza, e l’essere applicata ai defunti è porgere sollievo alle sante e care anime purganti, affrettando loro quell’istante, che dall’ardore penante della speranza, passeranno agli splendori del gaudio eterno“. In pratica, ai fedeli erano concessa una riduzione della pena temporale, di circa 200 giorni, in cambio di un bacio alla croce delle indulgenze e un padre nostro.
La Pieve di San Giustino Valdarno è, senza dubbio, una delle pievi romaniche meno conosciute del Valdarno, ma proprio per questo merita di essere riscoperta. Inoltre, San Giustino Valdarno nasconde un altro gioiello, questo però immerso nella natura circostante: un pezzo intatto dell’antico selciato della Cassia Vetus.
La Via Cassia era una delle principali strade consolari romane, costruita durante l’epoca dell’Impero Romano per collegare Roma con il nord-ovest dell’Italia. Questa partiva da Roma, passando per Veio e attraversando varie città e il fiume Arno, continuando verso nord in direzione nord. In Toscana, la Via Cassia aveva un ruolo fondamentale, attraversando la regione e connettendo varie città importanti. Nei secoli, molte chiese medievali sorsero proprio nelle vicinanze della Via, molto probabilmente per accogliere i fedeli di passaggio. La strada prese il nome dal console romano Cassio Longino, che si crede l’abbia fatta costruire o migliorare intorno al II secolo a.C.
Oggi, alcuni tratti di questa antica Via sono percorribili e rimane ancora la testimonianza del selciato romano in molte zone. Una di queste si trova anche a San Giustino Valdarno. Non è un caso, infatti, l’antica via Cassia è stata sostituita dall’attuale Setteponti, strada che appunto taglia in due la città. L’antico selciato della Via fa parte di un sentiero che parte dal cartello iniziale di San Giustino e prosegue, ad anello, per 2 km. Il recupero del sentiero si deve all’associazione “Le Tre Punte”, che negli anni si è occupato di ripristinare il selciato e organizzare il percorso di camminamento, ad oggi tracciato da segni bianchi e verdi. Durante la camminata, si possono anche vedere i resti di un antico pozzo, che molto probabilmente risale proprio alla costruzione della via Cassia.
In questo angolo nascosto del Valdarno, la storia si intreccia con la bellezza del paesaggio, offrendo ai visitatori l’opportunità di riscoprire tesori che il tempo ha celato. La Pieve di Cambiano e il selciato della Cassia Vetus sono più di semplici monumenti: sono porte aperte su un passato che continua a vivere, pronte a essere esplorate da chi sa apprezzare la quieta bellezza di San Giustino Valdarno.