22, Novembre, 2024

Il miracolo di Monna Tancia: una storia di fede e speranza tramandata nei secoli a San Giovanni Valdarno

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Il 1478 fu un anno di grande tumulto e sofferenza per Firenze e i suoi dintorni, tra cui San Giovanni Valdarno. Questo periodo di crisi vide emergere storie di fede e speranza, come quella di Monna Tancia, che rimane scolpita nella memoria collettiva del paese anche a distanza di secoli. Per capire nel profondo la storia di fede che vede protagonista Monna Tancia e San Giovanni occorre delucidarne il contesto.

Nel 1478, Firenze fu teatro di uno degli eventi più tragici e sconvolgenti della sua storia: la congiura dei Pazzi. Questo complotto, ordito dalla famiglia Pazzi con il supporto del Papa Sisto IV e altri nemici dei Medici, mirava a eliminare Lorenzo e Giuliano de’ Medici per rovesciare il loro dominio sulla città.Il 26 aprile 1478, durante la messa di sabato santo nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, i congiurati attaccarono. Giuliano de’ Medici fu brutalmente assassinato, mentre Lorenzo riuscì a salvarsi nonostante fosse ferito. Questo episodio non solo scosse Firenze, ma innescò una guerra tra la Repubblica Fiorentina e Papa Sisto IV, che si protrasse fino al 1480.

La devastazione del Valdarno Superiore
Le conseguenze furono terribili: la città e le campagne circostanti, in particolare il Valdarno Superiore, furono devastate da saccheggi e violenze. Come se non bastasse, dall’estate del 1478 si diffuse una violenta epidemia di peste che causò la morte di numerosi civili oltre che dei soldati. A Castel San Giovanni, la peste fu particolarmente spietata, uccidendo più di due terzi degli abitanti.

La storia di Monna Tancia: speranza e miracolo
In questo clima di disperazione, emerge la toccante storia di Monna Tancia di Nencio di Lippo: nata nel 1403, era una donna resiliente e devota. Rimasta vedova in giovane età, dedicò la sua vita alla famiglia. La sua devozione alla Vergine Maria era nota, tanto che spesso si recava in preghiera davanti all’immagine sacra sulla torre di Porta San Lorenzo. Nell’anno della congiura, il figlio di Monna Tancia, Francesco, ebbe un figlio di nome Lorenzo. Purtroppo, quando Lorenzo aveva solo tre mesi, i suoi genitori morirono entrambi a causa della peste. Monna Tancia si trovò a dover accudire il nipotino, ma la paura del contagio rendeva impossibile trovare una balia disposta ad allattarlo. Disperata e priva di ogni aiuto umano, Monna Tancia si rivolse con fervore in preghiera all’immagine della Vergine situata sulla torre che sovrasta Porta San Lorenzo, alla quale era particolarmente devota. Nella sua preghiera, chiese alla Vergine il miracolo di poter nutrire il nipotino nonostante la sua età avanzata.

Il miracolo dell’abbondanza di latte
La notte seguente, secondo quanto tramandato,accadde l’inaspettato. Monna Tancia, mettendo il nipotino al seno per calmarlo, si accorse miracolosamente che il suo seno cominciò a produrre abbondante latte. Questo prodigio permise a Monna Tancia di allattare e crescere il nipotino Lorenzo per venti mesi, un fatto che suscitò meraviglia e commozione tra tutta la popolazione locale.

L’Eredità di un miracolo
L’immagine sacra della Vergine, protagonista di questo miracolo, non è mai stata spostata dalla sua collocazione originale. La torre di Porta San Lorenzo dove Monna Tancia si recava per la preghiera esiste ancora oggi, incorporata nella struttura della Basilica di Castel San Giovanni. La porta visibile nella cappella è quindi la porta originaria dell’antico castello. Questa storia, documentata nei Capitoli della SS. Vergine delle Grazie del 1486, continua a rappresentare un simbolo di speranza e fede per la comunità cristiano cattolica. In tempi di calamità e disperazione, il miracolo di Monna Tancia rimase una testimonianza del potere della devozione e della resilienza umana tanto che l’immagine della Vergine di Porta San Lorenzo divenne un luogo di pellegrinaggio e preghiera.

La Basilica di Santa Maria delle Grazie
L’immagine miracolosa della Vergine non fu mai spostata dalla sua collocazione originale. Nel 1484, su richiesta della popolazione, fu costruito un tabernacolo di legno attorno all’immagine, trasformato successivamente in un oratorio. Nel 1486, il Papa Innocenzo VIII riconobbe ufficialmente il miracolo con una bolla papale. Negli anni successivi, l’oratorio fu ampliato e trasformato in chiesa. Nel 1929, la chiesa fu elevata a Basilica e nel 1986 fu riconosciuta Santuario Mariano. Durante il Giubileo straordinario della misericordia del 2016, fu anche designata Porta Santa della diocesi di Fiesole. Oggi, la Cappella del Miracolo si trova sotto la Basilica, dove Monna Tancia pregò per la salvezza del nipote. L’immagine sacra della Vergine si trova al piano superiore, dietro l’altare maggiore, circondata da affreschi che raccontano il miracolo. La Cappella contiene documenti storici che attestano l’evento miracoloso e una delle porte originali del castello.

Inoltre gli affreschi. All’interno della Basilica, si trovano ancora oggi gli affreschi di Luberto da Montevarchi (doc. a Perugia 1502 / 1504 – attivo in Toscana fino 1523 raffiguranti le ‘Storie del miracolo di Monna Tancia’.

 

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