24, Luglio, 2024

La Torre Campana di Castelfranco di Sopra. Tra difesa e simbolo di identità

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Arrivando a Castelfranco di Sopra da San Giovanni Valdarno non si può non rimanere colpiti dalla Torre Campana che segna l’ingresso del centro storico. La Torre, detta anche d’Arnolfo  – perché progettata dal grande architetto medievale nativo di Colle Val d’Elsa Arnolfo Di Cambio – è da sempre un simbolo del Comune, oltre ad aver rappresentato inizialmente, insieme alle sue mura, anche uno strumento di difesa. 

Attraverso il volume ’La Torre Campana’ di Castelfranco di Sopra. Un monumento recuperato’ ripercorriamo la storia della torre fino al suo ultimo restauro, avvenuto nel 1996 – occasione nella quale esce questo volume a cura di Alessio Monciatti.

La realizzazione delle prime terre nuove nel Valdarno Superiore, come San Giovanni e Castelfranco, avvenne alla fine del Duecento. Arnolfo, secondo Vasari, potrebbe aver contribuito alla progettazione, data la sua importanza come architetto e il suo coinvolgimento nelle grandi opere pubbliche di Firenze. I piani urbani di San Giovanni e Castelfranco condividono una struttura gerarchica simile, ma si differenziano nella forma. Castelfranco, probabilmente prioritario, conserva ancora tratti delle difese originali, incluso un tratto di mura e la Torre di Arnolfo. Quest’ultima, aperta sul lato città, collega simbolicamente Castelfranco alle porte-torri della cerchia muraria fiorentina, testimonianza tangibile dell’immagine che Firenze voleva proiettare nelle terre nuove.

La fondazione di Castelfranco è intrinsecamente legata alla costruzione delle imponenti mura e delle torri che ne definiscono il paesaggio urbano. Questo legame, motivato non solo da esigenze difensive ma anche da ragioni socio-culturali, si rivela cruciale per la comprensione della storia e dell’identità di questa comunità. In particolare, la forte connessione con la “città madre” Firenze ha plasmato l’insediamento, come evidenziato dal giglio floreale che sovrasta l’arco principale della porta.

Restauri e InterventiNel corso dei secoli, la porta-torre ha subito vari interventi e restauri, nonostante tra l’uno e l’altro sia passato sempre molto tempo. Nel Cinquecento, l’inserimento dell’orologio ha alterato la geometria del prospetto interno. Successivi interventi hanno influenzato la struttura, compreso il bloccaggio della parte alta con catene metalliche nel XIX secolo. Nel XX secolo, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’archivolto del fornice fu smontato per consentire il passaggio di mezzi corazzati alleati.

Stando alla ricostruzione di Monciatti riguardo all’interno della torre, adesso non visitabile anche per motivi di sicurezza:”L’interno della porta-torre conserva tracce di decorazioni pittoriche risalenti a epoche diverse. Un’edicola raffigurante un santo potrebbe indicare la presenza di una rappresentazione della Madonna circondata da santi. Frammenti di uno stemma e di un affresco posteriore al XVI secolo sono visibili, indicando una ricca storia artistica e culturale.”

L’ultimo restauro. Prima restauro del 1996 della porta di accesso alla torre di Castelfranco, il panorama offerto dalla strada principale non poteva non catturare l’attenzione. L’arcata della porta mancante era stata sostituita da una struttura di tubolari metallici, una soluzione provvisoria che faceva temere per la stabilità del monumento. Un’attenta osservazione rivelava problematiche strutturali, tra cui uno strapiombo della torre e un evidente ribaltamento degli archi e delle volte.

I particolari dell’intervento del 1996 descritti da Domenico Giambalvo Inizialmente, per affrontare il degrado strutturale, sono state condotte indagini approfondite. Le verifiche hanno rivelato spigoli della torre strapiombanti e un chiaro processo di ribaltamento degli archi, evidenziando la necessità di un intervento tempestivo. Durante il restauro, l’arcata di accesso è stata ricostruita basandosi su armille originali ritrovate, consentendo il ripristino della geometria originale. Il lato Nord-Est, con il muro dell’orologio inclinato verso l’esterno, è stato consolidato e riportato in posizione verticale.

Il consolidamento strutturale ha coinvolto diverse fasi: Imbracatura attiva delle facciate con travi e tavole per garantire la tenuta; puntellatura attiva a sperone della parete; tagli laterali e formazione di tracce orizzontali per liberare la parete; ribaltamento meccanico della parete con l’uso di tiranti; sigillatura finale con malte espansive. Un sistema di contenimento longitudinale è stato installato per contenere la parete dell’orologio, coinvolgendo tiranti ancorati a bolzone e collegati verticalmente. Il consolidamento è stato completato con una barra di cemento armato.

Oltre al consolidamento strutturale, sono stati eseguiti interventi per il recupero funzionale e la conservazione del monumento. La pavimentazione è stata ripristinata, gli intonaci sono stati rifatti, e elementi in legno e metallo sono stati restaurati e protetti. Il restauro dell’orologio ha coinvolto la rimozione del cassonetto, la ricostruzione delle lancette e l’adattamento di un nuovo meccanismo. La decorazione pittorica del quadrante è stata ripristinata, rispettando il disegno originale.

Una minaccia al monumento rimangono i piccioni: a causa dei quali, già 27 anni è stato necessario chiudere delle buche e istallare reti e telai zincati. La torre campana oggi continua ad essere il simbolo di Castelfranco, nonostante la chiusura degli interni e i segni del tempo che avanza, continua ad avere la funzione di porta d’ingresso al paese e di simbolo comunitario. 

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