Elenora Butti è la giovane docente che guiderà i ragazzi nella scoperta del cinese: e il nuovo corso è stato predisposto dopo una serie di richieste arrivate dagli studenti e dalle famiglie
Partiti il 2 ottobre i corsi di studio di lingua cinese al liceo linguistico “Giovanni da San Giovanni”: un approfondimento pomeridiano che costituisce una novità assoluta nel panorama dell'istruzione in Valdarno. Impegnerà una cinquantina di studenti, una volta a settimana, per due ore.
E l'idea è nata proprio dagli studenti e dalle loro famiglie. "Durante la fase di orientamento – spiega il dirigente scolastico, il professor Claudio Ermini – molti genitori ci hanno chiesto di attivare dei corsi di lingua cinese e sinceramente anche fra i ragazzi l'interesse è andato oltre le nostre aspettative". Tanto che è stato necessario fare una scrematura, basata principalmente sul merito, sulle oltre novanta richieste pervenute.
Il corso durerà fino ad aprile, per un totale di 27 incontri in programma. Poi riprenderà il prossimo anno scolastico, e gli studenti impegnati nello studio del cinese potranno sostenere l'esame HSK presso l'istituto “Confucio” di Firenze, che permetterà di ottenere la certificazione A2 (secondo livello).
Una sorta di sperimentazionel sul gradimento dello studio del cinese all'interno del liceo linguistico: dall'istituto, infatti, non escludono che in futuro l'insegnamento del cinese possa entrare fra le materie curricolari, che già oggi comprendono inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo, con la possibilità di ottenere certificazioni internazionale e, in due classi, anche lezioni di matematica, geografia e latino tenute in inglese.
La docente del corso di cinese sarà la giovane Eleonora Butti, laureata in Lingua e civiltà dell'Oriente con studi di perfezionamento fra Pechino e Shanghai. “Il cinese – ha spiegato – è completamente diverso dall'italiano perché poche parole hanno il singolare e plurale, non ci sono concordanze di genere e coniugazioni, né gli articoli. Anche la grafia è difficile perché spesso rimane non immediato il collegamento fra la memoria visiva e la semantica. E la lingua parlata ha altre difficoltà: ogni sillaba, infatti, ha cinque toni, e ogni tono ha un significato diverso”.