Nel mirino di Fausto Tenti, Segretario provinciale di Rifondazione, c’è un avviso pubblico dell’Ato di luglio: si cercano soggetti interessati a conferire a Podere Rota e San Zeno rifiuti organici, fino a 5mila tonnellate l’anno, a un prezzo minimo di 85 euro a tonnellata. “Invece di incrementare la differenziata, qui si punta a saturare l’impianto con rifiuti da fuori ambito!”
L'annuncio dell'arrivo di tonnellate dei rifiuti dalla Calabria in Valdarno tiene banco in questi giorni, anche per il muro di 'no' dai sindaci di Terranuova e San Giovanni. Ma il conferimento a Podere Rota di rifiuti che vengono da fuori Ato (cioè da oltre i confini di Arezzo, Siena e Grosseto), è in realtà una procedura che nel tempo si è riproposta con tanto di avvisi pubblici.
L'ultimo è di luglio di quest'anno, ed è finito nel mirino di Fausto Tenti, Segretario provinciale di Rifondazione Comunista e Sinistra Europea. Perché in quell'avviso pubblico, (i cui termini sono scaduti a inizio agosto) c'era sostanzialmente un'apertura ad 'accogliere' rifiuti organici provenienti da fuori Ato per smaltirli negli impianti di compostaggio di Podere Rota e San Zeno, che oggi non lavorerebbero a pieno regime.
Insomma, la frazione organica prodotta fra Arezzo Siena e Grosseto non è sufficiente a saturare questi impianti, e quindi si 'vendono' gli spazi vuoti a chi ne ha più bisogno. Disponibile spazio per accogliere da un minimo di 1000 fino a un massimo di 5000 tonnellate l'anno, al costo minimo di 85 euro a tonnellata. Un avviso del genere c'era già stato nel 2014.
"Sono migliaia di tonnellate di rifiuti organici per le sezioni di compostaggio di Podere Rota e San Zeno – commenta Tenti – provenienti da realtà fuori dal perimetro dell'ATO Sud: della serie 'avanti siore e siori…nei nostri cassonetti c'è posto per tutta la monnezza che volete, da qualunque parte provenga!'. Perché non ci sarebbero, secondo ATO e nei territori di Arezzo, Grosseto e Siena, rifiuti organici sufficienti a saturare appunto gli impianti dell'ambito".
L'avviso è contenuto nella Determina del Direttore Generale n. 50 del 17.7.2015. "L'unica spiegazione logica – commenta Fausto Tenti – è che ATO Sud preferisce 'vendere' sul mercato (di fatto a nome dei terzi gestori privati d'impianto con i quali l'Autorità è convenzionata) spazi impiantistici lasciati appositamente a disposizione per rifiuti organici che provengono da fuori province di Arezzo, Siena e Grosseto (e chissà da dove e da chi), pur di non addivenire al rispetto degli obblighi di legge sul raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata".
"In altre parole, preferiscono non incrementare una Raccolta differenziata che nel 2013 ha raggiunto un ridicolo 37% di media (Arezzo 36%, Grosseto 31%, Siena 45%) quando si doveva già essere da un anno al 65%; e piuttosto saturare gli impianti con rifiuti organici che vengono da fuori ambito! Queste politiche hanno davvero dell'incredibile: con una mano si elude scientemente la normativa sulle percentuali di legge da raggiungere per la differenziata, e con l'altra, siccome per questo le sezioni di compostaggio ovviamente non lavorano a regime, per saturarle si indice un avviso pubblico e si va sul mercato a 'vendere' spazi per l'organico".