La Capannina è uno dei due immobili che il Comune ha previsto come parziale pagamento alla ditta Stiatti dei lavori di piazza Cesare Battisti. “Ma è invendibile un locale commerciale posizionato in piena golena dell’Arno”. Intanto il comune ha presentato ricorso contro la sentenza che dava ragione alla ditta
"Impossibile trasformare la cosiddetta Capannina in un locale per attività commerciale". Lo sostiene Prima Montevarchi, che cercando di fare chiarezza dopo il caso arrivato fino in tribunale, ha studiato la cartografia. "Inutile che Grasso e giunta si arrampichino sugli specchi: la Capannina si trova, come risulta inequivocabilmente dalla tavola 18/b “pericolosità idraulica” del Piano Strutturale e con quella di fattibilità del R.U., in ambito A1 ed entro i limiti di cui al R.D. 523/1904".
Detto in altri termini, spiega il movimento politico di opposizione, la Capannina è "in piena golena dell'Arno, abbondantemente entro il limite di legge". In un'area che non consente, stando così le cose, alcuna edificazione. "Con tali sussistenti condizioni dubitiamo che quell'immobile, da tettoia, potesse essere trasformato in un loale, tantomeno per attività commerciale, anzi: siamo certi di no! Dopo aver consultato il tutto noi abbiamo maturato la convinzione che i fenomeni di palazzo Varchi sono caduti in un macroscopico errore: hanno confuso i limiti di ambito del 523".
La Capannina, o bar colonia, è uno dei due immobili (insieme alla sede del Sit) che il comune di Montevarchi ha previsto di cedere alla ditta Stiatti, come da bando, per il parziale pagamento dei lavori su piazza Cesare Battisti. Una vicenda che è finita in tribunale, visto che il passaggio di proprietà non c'era mai stato. "Sfidiamo noi che il rogito non si è potuto stipulare – commenta Prima Montevarchi – quale tecnico può certificare e sottoscrivere una situazione così anomala in una relazione di appoggio per un atto di compravendira? Chi potrà mai accettare, in queste condizioni, quell’immobile al posto di denaro sonante?".
Intanto, come aveva preannunciato il primo cittadino, il comune ha presentato entro i tempi stabiliti dal tribunale il ricorso contro la sentenza, contestando quanto sostenuto dalla ditta. L'obiettivo dell'amministrazione comunale resta quello di procedere al pagamento con gli immobili previsti dal bando e dal contratto.