Riparte il corso per Barman riservato a persone con disabilità, nato da un’idea di Andrea Manetti in collaborazione con Cescot Arezzo Agenzia formativa di Confesercenti, dopo il successo della precedente edizione e lo stop causato dalla pandemia.
La seconda edizione si terrà fra ottobre e novembre, ogni martedì sera per un totale di 18 ore, presso il Caffè Paradiso.
Le lezioni saranno tenute da barman esperti. L’obiettivo è insegnare storia e tecniche delle preparazioni più comuni, dal caffè ai cocktail più richiesti. Il termine per l’iscrizione è il 30 settembre e alla fine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza.
“É un corso fatto per insegnare un mestiere bello, ma anche per abituare un cliente a vedere dietro il banco una persona con disabilità e imparare a vederlo uguale lui”, sottolinea Andrea Manetti. Inclusività, integrazione e insegnare un mestiere sono gli obiettivi del corso. I frequentanti potranno sperimentare direttamente le tecniche per stare dietro un bancone, ma anche al pubblico, e saranno dotati di attrezzature specifiche come divisa da barman, dispense didattiche. Novità di quest’anno, tra i docenti ci sarà anche Gregor, ragazzo disabile, che darà ancora più importanza alla natura del corso. Manetti: “Credo che sia un’esperienza bellissima e ricca di significato. Caso unico in Italia di un disabile che insegna ai disabili”.
Il corso viene organizzato da Confesercenti Arezzo e dall’agenzia formativa Cescot, la cui direttrice, Chiara Crociani, è orgogliosa di poter partecipare nuovamente a una così bella iniziativa incentrata sullo studio della storia e preparazione del caffè o cocktail fatti a regola d’arte. Anche la direttrice di Confesercenti Arezzo, Valeria Alvisi, sottolinea l’importanza di aderire ancora una volta a questo progetto: “Pensiamo sia importante trovare delle occasioni di formazione vera, reale, sul campo per i ragazzi diversamente abili che così possono trovare un luogo in cui acquisire competenze e mettersi alla prova”. Il corso conduce i ragazzi a immergersi nella vita quotidiana e, di conseguenza, a sentirsi parte di essa. “Un percorso che permette ai ragazzi di conoscere un mondo nuovo e magari avere anche la possibilità di un lavoro futuro”, aggiunge Valeria Alvisi.
Momento di crescita professionale, ma anche personale: infatti la conclusione della prima edizione del corso è stata un momento di aggregazione fra i ragazzi partecipanti.