Il sindaco Francesco Maria Grasso ha ricevuto il fratello e la famiglia del custode della storia rossoblù, scomparso il 21 maggio a 94 anni. Le sue ultime parole: “Perdono tutti e chiedo scusa se ho fatto del male inconsapevolmente”
Vittorio Firli amava lo sport e la sua città . Ha contribuito come pochi alla storia civile e sportiva di Montevarchi nei 94 anni della sua lunga vita ed è grazie a lui se oggi esiste una società che può legittimamente portare il nome di Aquila Montevarchi 1902. Anche per questo il sindaco Francesco Maria Grasso ha voluto consegnare in dono una pergamena alla famiglia di Vittorio Firli, scomparso il 21 maggio scorso.
Giovedì scorso il primo cittadino ha accolto nel suo ufficio di Palazzo Varchi il fratello di Vittorio, Carlo Firli, suo figlio Massimo, le sue due figlie Chiara e Laura, la dottoressa Stefania Papini e il consigliere comunale Mauro Bindi, amico di lunga data di Vittorio e di Carlo.
“È stato un gran lavoratore, da sempre – ricorda il fratello Carlo, di dieci anni più giovane di Vittorio – nella sua cartiera a Laterina e uomo riservato e altruista. Tanto altruista che nel 1945, l’allora Regio Esercito Italiano (si era ancora prima della nascita della Repubblica Italiana), gli aveva conferito la croce al merito di guerra per il suo servizio reso come militare durante gli anni della seconda guerra mondiale. Fu di stanza a Livorno, in Sardegna e Corsica e tornò a casa con gli alleati”.
Grande appassionato di sport, da giovane giocò a calcio e praticò la boxe, per poi dedicarsi a ruoli dirigenziali. “Il suo amore per lo sport non è stato solo per il calcio e la boxe – spiega ancora Carlo Firli – ma anche per il ciclismo. Dal 1950 al 1960 abbiamo seguito e organizzato le gare ciclistiche dell’Aquila con entusiasmo e passione, dando la possibilità a tanti giovani di arrivare a buoni livelli e di togliersi tante belle soddisfazioni”. Poi, quando negli anni ’70 l’Aquila cessò le sue attività, Vittorio, Carlo e altri dirigenti come Losi e Tognaccini decisero comunque di non disperdere lo storico titolo sportivo nato nel 1902 e ogni anno si sono occupati di tutte le incombenze e dei pagamenti necessari per rinnovare l’affiliazione al Comitato olimpico. Quasi un presagio, visto che da quella ragione sociale è rinato il calcio cittadino dopo il fallimento del 2011.
“Ringraziamo Vittorio per l’amore che ha profuso per Montevarchi e per lo sport”, c’è scritto nella pergamena consegnata dal sindaco. “Vittorio era un uomo semplice e simpatico, gentile e solare”, raccontano di lui le nipoti di Carlo, Chiara e Laura Firli.
Lo dimostrano, ai pochi che già non lo sapessero, le parole che lasciò scritte su un foglietto poco prima della morte, poi finite anche sul suo manifesto funebre: “Nel caso che fosse giunta l'ultima ora, saluto tutti, anche quelli che mi hanno fatto del male e chiedo scusa a coloro che del male posso aver fatto inconsapevolmente”. Vittorio Firli ha chiesto di esser cremato e che le sue ceneri venissero disperse dalla cima più alta del Pratomagno, laddove si domina tutta la vallata. E così è stato fatto.