21, Dicembre, 2024

Sciopero generale della scuola lunedì 30 maggio, i sindacati: “Iniziativa in protesta con il Decreto legge del Governo”

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Lunedì 30 maggio, per i lavoratori della scuola in Italia, sarà una giornata di astensione dal lavoro. Lo sciopero generale è stato proclamato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda Unams. Viste le premesse, i sindacati prevedono un’alta adesione. La manifestazione nazionale si svolgerà in piazza Ss.Apostoli a Roma, ma non si escludono anche altre iniziative locali messe in piedi autonomamente da gruppi di lavoratori.

La mobilitazione è nata principalmente in seguito alla pubblicazione del Decreto Legge 36/22 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1 maggio) e ai provvedimenti sulla scuola lì inseriti: uno riguardante la formazione degli insegnanti, l’altro riguardante il reclutamento degli insegnanti.

Spiegano in una nota i sindacati: “Il sistema di formazione degli insegnanti disegnato dal Decreto prevede che si attivi un sistema in cui la formazione deve essere svolta rigorosamente fuori orario di lavoro, nel proprio tempo libero da impegni di scuola; tutti i docenti possono farla, ma solo il 40% dei partecipanti riceverà una gratificazione economica, peraltro risibile, a seguito di non ben precisate valutazioni; i soldi per tale gratificazione saranno ricavati dal risparmio ottenuto attraverso il taglio di 9.600 cattedre; i soldi per attivare i corsi di formazione saranno sottratti alla c.d. Carta del Docente, un voucher attualmente destinato ai docenti di ruolo per l’acquisto di libri, iscrizione a corsi di formazione e aggiornamento, strumenti e software digitali per la didattica. Addirittura si introduce un sistema che “cannibalizza” la scuola stessa, attraverso una sorta di “autotrasfusione” di risorse: per gratificare POCHI docenti, ci rimette la scuola DI TUTTI, con l’ulteriore taglio delle cattedre”.

“Il nuovo sistema di reclutamento che si vuole introdurre – prosegue la nota – è strutturato su ben quattro livelli di selezione (con continue prove in entrata e in uscita, anche attraverso veri e propri quiz), paragonabile a un percorso a ostacoli che non esiste in nessun’altra categoria di lavoratori. Più di un lavoratore precario, nelle recenti assemblee, l’ha definito una “gara di sopravvivenza” e altri l’hanno giudicato più estremo di un survival reality. Cosa ancora più grave, questo sistema così farraginoso e inutilmente involuto non servirà neanche a ridurre la “supplentite”, perché non prevede alcun percorso rapido di stabilizzazione dell’esercito di precari storici, senza i quali le classi delle nostre scuole sarebbero irrimediabilmente scoperte”.

Lo sciopero è stato indetto anche per reclamare il rinnovo sia del Contratto collettivo del triennio 2019-2021 (già scaduto), sia di quello 2022-2024, con lo stanziamento di risorse adeguate per riconoscere il lavoro dei docenti e del personale ATA. Infine, “lo sciopero sarà l’occasione anche per denunciare le tante promesse mancate di questo governo sulla soluzione dell’annoso problema delle classi sovraffollate. Giusto un anno fa nel Patto per la Scuola il Ministero dell’Istruzione e Palazzo Chigi si erano impegnati a ridurre il numero di alunni per classe. Niente di tutto questo è stato realizzato, né è presente nei piani del governo, che nel Documento di Economia e Finanza varato lo scorso aprile ha già previsto di diminuire ulteriormente il numero di docenti e personale ATA attraverso la diminuzione di mezzo punto di PIL, equivalente a circa 7 miliardi, accampando la motivazione della diminuzione delle nascite e quindi degli alunni. Ciliegina sulla torta: l’organico aggiuntivo che in questi anni è stato indispensabile per garantire igienizzazione, sorveglianza e supporto agli studenti non sarà più rifinanziato e al prossimo settembre non lo avremo più nelle nostre scuole; già da ora i Dirigenti Scolastici denunciano che non sapranno come fare a garantire l’apertura e l’ordinaria gestione”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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