Dal 31 marzo per tutti i fornitori di beni e servizi nei confronti della Pubblica amministrazione diventa obbligatoria la fattura elettronica. L’importo da fatturare dovrà essere trasmesso in forma esclusivamente telematica. Sparisce la fattura cartacea
Addio a carta e penna, dal 31 marzo chi deve fatturare a un ente pubblico dovrà farlo per via telematica. Nessun comune, provincia o altro ente pubblico, dunque, da quella data potrà più accettare fatture che non siano trasmesse in forma elettronica secondo lo specifico formato stabilito dal Decreto ministeriale e, trascorsi tre mesi da tale data, nessun ente pubblico potrà più procedere ad alcun pagamento di fatture cartacee fino alla ricezione della fattura in formato elettronico.
Si tratta del secondo step del percorso di digitalizzazione della Pubblica amministrazione, iniziato a giugno da ministeri, agenzie fiscali, enti previdenziali, scuole, caserme e così via. Ora tocca alle regioni, alle Asl, agli oltre ottomila comuni italiani e a tutte le altre pubbliche amministrazioni. La normativa prevede che l’Amministrazione individui i propri uffici deputati alla ricezione delle fatture elettroniche inserendoli nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni, che provvede a rilasciare per ognuno di essi un Codice Univoco Ufficio. I comuni e gli altri enti dovranno renderli pubblici attraverso i propri siti internet.
Per quanto riguarda le aziende, devono attrezzarsi di conseguenza: se vogliono infatti continuare a lavorare con enti pubblici devono essere in grado di offrire il servizio di fatturazione elettronica attraverso le diverse piattaforme disponibili sul mercato, rivolgendosi ai fornitori di software specializzati.