È stato il Commissario straordinario per il presidio e coordinamento delle attività in materia di ambiente, Renata Laura Caselli, a fare il punto della situazione relativa a contaminazioni e progetti di bonifica dopo l’inchiesta Keu, che ha portato alla luce un sistema per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi, gestito dalle cosche della ‘ndrangheta in Toscana, e che ha visto coinvolto anche il Valdarno con l’impianto dei Lerose di Bucine. Contaminazioni poi sono state riscontrate sia sotto il terreno di un’area edificata sempre a Bucine, sia nel sottofondo stradale del nuovo accesso alla discarica di Podere Rota.
Il Commissario Caselli è stata ascoltata dalla commissione regionale d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata, guidata da Elena Meini (Lega). Il quadro disegnato da Caselli, già responsabile del settore Servizi pubblici locali, energia, inquinamenti e bonifiche della Regione, ha riguardato 12 siti, “abbastanza diversi tra loro”, oggetto dell’inchiesta. “L’incarico affidatomi è di supporto all’assessorato. Operativamente e in sinergia con Arpat, lavoriamo per presidiare ogni situazione in stretto raccordo con i Comuni interessati perché le procedure da attivare per la messa in sicurezza o la bonifica devono seguire iter spesso anche complessi”. Si tratta insomma di “stabilire se ad attuare le eventuali diffide devono essere i Comuni o se il percorso da seguire è altro” ha spiegato Caselli dichiarando che il confine “non è sempre ben definito”. Certo è, ha precisato, che la priorità seguita è stata quella di non perdere tempo: “operare con velocità seguendo le indicazioni di Arpat relative alle rilevazioni sullo stato di contaminazione e rischio di diffusione”. Acquisti i dati dell’Agenzia regionale, “sono stati definiti gli interventi di messa in sicurezza di urgenza in attesa di definire i procedimenti di medio termine per la rimozione o bonifica solo per alcuni siti”, ha precisato il commissario.
E nello specifico, Caselli ha dichiarato che per gli impianti Lerose di Bucine e Pontedera, “autorizzati in Aia per il trattamento di inerti”, le autorizzazioni sono state revocate e, in particolare, per il sito in provincia di Pisa “è già stata emessa diffida per mettere in atto interventi d’urgenza”. Per Bucine la diffida “è in fase di emanazione, molto probabilmente la Regione si dovrà sostituire in danno per gli interventi da fare”.
Sul cantiere per la lottizzazione a Bucine le indicazioni sulla contaminazione prodotte da Arpat sono già pervenute e il proprietario sembra essere disponibile alla rimozione. Sempre nel comune di Bucine, in un terreno agricolo adiacente all’impianto Lerose di Levane, si è rilevata contaminazione “abbastanza importante. Adesso si tratta di capire se occorre una messa in sicurezza permanente, ma dobbiamo attendere l’eventuale risposta alla richiesta di diffida rivolta al proprietario e nel caso fosse negativa dovremo intervenire in sostituzione”, ha detto ancora.
Adiacente alla discarica di Terranuova, presso un pozzo di monitoraggio, è stata rilevata la presenza di metalli. Anche in questo caso, ha aggiunto Caselli, c’è la disponibilità del gestore a farsi carco del percorso di messa in sicurezza, sono in corso “approfondimenti per capire la provenienza del superamento rilevato, si suppone derivi dalla realizzazione di una strada di accesso al sito frutto di un affidamento con protocollo siglato dalla Provincia qualche anno fa”.