24, Luglio, 2024

Treni, i problemi dei pendolari valdarnesi nell’era del Covid. Il portavoce Da Re: “quadro sconsolante”

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Anche nel Valdarno si torna a parlare di treni e pendolari, dopo le proteste partite recentemente dal Mugello per ammassamenti, treni vecchi e logori, distanziamenti anti covid, restrizioni e green pass. Ed è sconfortato e preoccupato lo storico portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re. Gli abbiamo fatto qualche domanda anche e soprattutto in previsione dell’autunno che si preannuncia piuttosto caldo sul fronte del trasporto pubblico locale. il quadro che ne viene fuori non è per niente rassicurante.

Come è la situazione dei pendolari del Valdarno?
“E’ sconsolante. Fra ritardi, guasti sulla linea, assembramenti quotidiani per la capienza massima del 80% fra posti seduti e in piedi. E il peggio deve ancora venire, da settembre prossimo, i problemi emergeranno di più, con il rientro in presenza nelle scuole e anche nei posti di lavoro, dopo lo smart working che molti verranno costretti ad abbandonare”.

A quali problemi  si riferisce, in particolare?
“Da una parte i soliti problemi vecchi di anni dei pendolari del Valdarno, di cui almeno si parlava e sui quali ci si scontrava anche, ai tempi, con l’assessore regionale ai trasporti Ceccarelli, mentre adesso si fa finta di nulla in Regione. Mi riferisco, ad esempio, agli inchini sulla linea Direttissima dei treni regionali a quelli dell’Alta Velocità, o anche ai treni vecchi, quelli diretti per Roma e per Foligno, che non vengono sostituiti con treni nuovi, salvo qualche treno che percorre la linea lenta”.

E i nuovi problemi quali sarebbero?
“Sono quelli generati dalla pandemia, da un anno e mezzo a questa parte, che con i rientri si aggraveranno di più: potrebbe essere un disastro. Il Governo ha deciso il green pass per i treni, ma solo per quelli a lunga percorrenza, perchè per i regionali sarebbero complicati i controlli, anche se probabilmente sono i treni più a rischio contagio.Da parte sua la Regione si preoccupa, come si è già visto l’anno scorso, solo del trasporto pubblico nei territori dei Comuni della ristretta area fiorentina, con potenziamento e controlli di autobus urbani e delle tramvie, come se il Valdarno, la Valdisieve, o il Mugello, non esistessero in quanto a pendolari, treni e autobus extraurbani”.

Come comitato pendolari del Valdarno avete fatto delle proposte alla Regione per far fronte alla situazione, presente e futura, dei pendolari del Valdarno?

“C’è stata delusione in giugno per l’audizione dell’assessore Baccelli in Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, quando non ha aggiunto nulla a quanto già noto da tempo sul contratto di servizio con Trenitalia. Ci si aspettava qualche novità, come investimenti per altri nuovi treni regionali, non solo sostitutivi, ma da aggiungere agli attuali, per affrontare assembramenti e distanziamenti legati alla pandemia, cioè nuovi treni acquistabili con le risorse del cosiddetto Recovery Fund. Oppure un nuovo abbonamento e biglietti flessibili e adeguati allo smart working di molti pendolari, per limitare il loro ritorno all’uso dell’automobile. Sarebbero state anche le nostre proposte come pendolari, ma niente di tutto questo si è visto dall’assessore e neppure da parte dei consiglieri componenti la commissione regionale, anche valdarnesi e aretini, come Benucci e De Robertis. Non so se sorridere o piangere, leggendo le recenti dichiarazioni dell’assessore Baccelli, che ripete il solito ritornello della priorità del trasporto pubblico nell’impegno della Regione e del massimo impegno per i pendolari”.

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