È stato approvato con i voti della maggioranza, l’ordine del giorno presentato dal sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini che, nella sostanza, chiede la revisione delle tre maxi-Asl (ribattezzate ‘aslone’) per ritornare ad una dimensione provinciale di gestione della sanità. Una approvazione arrivata all’interno di un Consiglio comunale convocato all’ultimo tuffo di consiliatura e, per questo, accolto da molte critiche da parte delle opposizioni, che hanno ribadito la loro contrarietà per il metodo adottato.
Dalla minoranza era arrivato anche un altro ordine del giorno, che puntava invece a superare il concetto di area vasta e focalizzare l’attenzione della gestione sanitaria su una dimensione legata al Valdarno: a presentarlo, a nome di tutti i gruppi di opposizione, è stato il consigliere Paolo Ricci, che aveva richiesto anche di valutare una possibile sintesi per arrivare ad un documento congiunto. Il dibattito consiliare ha messo in luce però come fossero inconciliabili le due visioni politiche profondamente diverse sul fronte sanitario, e dunque i due documenti sono stati votati separatamente: respinto quello della minoranza, approvato quello presentato dal sindaco Chiassai.
Il sindaco ha poi commentato: “Ho richiesto la convocazione di un consiglio comunale, prerogativa prevista dal regolamento, perché la nostra amministrazione è da sempre in prima linea nella difesa della sanità e del diritto alla salute. Pur essendo a fine mandato, ho ritenuto importante esprimersi per chiedere alla Regione la revisione dell’attuale sistema sanitario diviso in tre mega “aslone” e l’abrogazione della legge n. 84/2015. A distanza di sei anni, quella riforma voluta dall’ex Presidente Enrico Rossi, nonostante la raccolta di oltre 55 mila firme di cittadini, ha mostrato il fallimento di una politica sanitaria accentratrice, capace soltanto di creare disservizi per il territorio e per gli ospedali, specialmente nelle zone periferiche o di confine. Un passaggio drammatico che ha portato poi alla revisione anche dei distretti sanitari passati da 34 a 26 in cui il Valdarno ha continuato ad essere un’area periferica divisa dal “muro” di due mega aslone”.
“Con molto piacere – ha aggiunto Chiassai – vedo oggi un’apertura di tanti, politicamente trasversale, per tornare indietro da quella scelta risultata non funzionale. Finalmente è evidente a tutti, anche a coloro che hanno voluto questa riforma, la necessità di chiudere un’esperienza totalmente fallimentare e promuovere una programmazione sanitaria che torni all’ambito provinciale, a vantaggio di cittadini e territori. Un ripensamento che dovrebbe riguardare la gestione di tutti i servizi. L’avvento del Covid ha messo in evidenza la fragilità di un sistema sanitario che per anni è stato sottoposto a politiche sbagliate di tagli lineari ed investimenti insufficienti. Per questo motivo, è necessario procedere con una svolta a favore di una sanità provinciale che torni ad essere a misura di cittadino, anche in considerazione delle risorse e dei fondi a disposizione con il nuovo PNRR per garantire un’effettiva ripartenza della nostra sanità regionale”.