La recrudescenza del virus ed il dilagare della variante Delta hanno determinato la decisione del governo di rendere necessaria l’esibizione del green pass per poter accedere all’interno dei ristoranti, anche in zona bianca. Una misura questa che ha destato delle perplessità negli esercenti del settore, alla luce anche delle difficoltà riscontrate al momento della riapertura.
La riapertura delle attività di ristorazione ha visto due step, prima con la possibilità di ospitare i clienti solo all’esterno e poi, tornando in zona bianca, anche all’interno. Come avete vissuto entrambe le fasi?
“Quando è stato possibile riaprire le nostre attività, con la possibilità di poter ospitare i clienti all’esterno, io ero felice, intravedendo una luce in fondo al tunnel, direi, senza timore di esagerare, la fine di un incubo – afferma Antonella De Rosa del ristorante braceria “La Vasca” di Montevarchi – realmente poi, a maggio, il tempo è stato poco clemente e non abbiamo raggiunto gli obiettivi sperati. Aggiungo anche che, rispetto a quello che si verificò alla fine del precedente lockdown, quando alla riapertura delle attività assistemmo ad una grande euforia, quasi come quella fosse “l’ultima possibilità”, questa volta le persone sono molto più titubanti, direi addirittura impaurite e preferiscono sistemarsi all’esterno, anche ora che sarebbe possibile stare nei locali interni dotati di aria condizionata. La ripresa è veramente molto lenta, anche se io sono sempre e comunque fiduciosa che avremo la meglio su questo terribile virus!”
Basterà la stagione estiva a tentare di riequilibrare le perdite dovute al lockdown?
“No, assolutamente no! Quest’anno abbiamo lavorato sì e no cinque mesi, per cui due mesi estivi, con una stagione che realmente possiamo considerare iniziata da poco per le difficoltà climatiche, non saranno sufficienti a colmare il gap nel fatturato.”
Qual è il vostro punto di vista circa la necessità di esibire il green pass per accedere all’interno dei ristoranti?
“Non la ritengo una decisione giusta – prosegue De Rosa – mi spiego meglio: io sono vaccinata e ho scelto convintamente di esserlo, ci sono, però, alcune tipologie di persone e mi riferisco a coloro che hanno problemi pregressi di salute, che ancora non lo hanno fatto, perché temono effetti collaterali importanti in quanto categorie a rischio. Le persone che hanno questo tipo di problema, con patologie importanti che potrebbero essere considerate terminali e che, per questo, non si vaccinano, vengono così tagliate fuori dalla vita sociale, dal mondo. Pertanto, non sono totalmente d’accordo con questa decisione e penso che tutte le persone dovrebbero essere libere di scegliere se fare o meno il vaccino, pur ribadendo che io ho scelto di farlo, nonostante le paure dovute al brevissimo tempo di sperimentazione dello stesso e alla possibilità che, nel corso del tempo, possano verificarsi effetti collaterali al momento sconosciuti.”