La liberazione di San Giovanni Valdarno rappresentò una delle fasi finali dell’avanzata alleata nel Valdarno. Dopo aver sfondato la Fritz Line, le truppe alleate entrarono nella città, il 24 luglio 1944 accolte con gioia dalla popolazione locale che aveva sofferto sotto l’occupazione tedesca.
Nel contesto delle operazioni Alleate per liberare la Toscana dal dominio tedesco, San Giovanni Valdarno rappresentava un nodo strategico importante per il controllo delle vie di comunicazione verso Firenze. La città si trovava sulla direttrice principale tra Arezzo e Firenze, rendendola cruciale per l’avanzata Alleata verso nord. Le principali unità coinvolte nell’operazione di liberazione includono il 12° reggimento corazzato canadese “Three Rivers”, reparti britannici come il Duke of Cornwall’s Light Infantry e altri reggimenti di fanteria e corazzati. Queste forze facevano parte della 4ª Divisione di Fanteria Britannica e altri reparti del XIII Corpo Britannico.
L’avanzata Alleata verso San Giovanni Valdarno fu parte di una più ampia manovra per liberare la Valle del Valdarno e aprirsi la strada verso Firenze. Le truppe Alleate affrontarono una forte resistenza dalle difese tedesche, che includevano postazioni di artiglieria e trincee difensive ben preparate.
La testimonianza di Zaira Losi, fornita da ANPI Valdarno e dai lavori di Materiali Sonori/Orientoccidente in occasione degli anniversari della Liberazione.
“La guerra la ci passò in casa. Zaira Losi (nata a San Giovanni Valdarno il 20 dicembre 1910)” Durante la guerra ero a San Giovanni in via della Madonna. Noi si sfollò alle Ville [in comune di Terranuova Bracciolini] dalla mi’ zia, ci siamo stati nove mesi, poi ci toccò anda’ a i’ rifugio di’ Varco. Ci toccò scappa dalle case perché la guerra la ci passò in casa. I tedeschi erano in punta a i’ poggio di Varco e gli inglesi erano dietro la chiesa e cannonate a quello, oddio! La notte alle tre vennero i tedeschi a i’ rifugio e ci fecero scappare per farci tornare a casa. A i’ Varco un contadino c’avea una capannina con tanti polli, galline e la notte che i tedeschi ci fecero scappare taglionno i collo a tutte quelle bestie, i capi li lascionno lì e i’ resto lo portonno via. Ci toccò sta’ chiusi in casa per quasi una settimana per le cannonate che si tiravano. Distrussero mezza chiesa e cascò una bomba sotto i’ greppo dell’aia della casa di’ mi’ cugino, fece una buca grossa come questa stanza. Mi ricordo che i’ mi’ babbo era alla tavola ritto e lo spostamento d’aria della bomba lo fece anda’ all’indietro fino alla finestra. Poi un bel giorno verso le tre arrivò gli inglesi, e i tedeschi si ritirarono e scapponno. Arrivati gli inglesi per noi la guerra fu finita. I tedeschi aveano fatto come una caserma vicino a noi. “