08, Maggio, 2024

Unificazione degli Istituti comprensivi: la Cgil dice ‘no’

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Cgil: “Uno più uno non può fare uno. No all’accorpamento degli istituti comprensivi di San Giovanni”

Nella querelle sull'unificazione dei due Istituti comprensivi di San Giovanni, Masaccio e Marconi, proposta dal gruppo Per un'altra San Giovanni approvata dal consiglio comunale con i voti favorevoli del Pd e contrari del Movimento 5 Stelle, interviene anche la Cgil.

"Si parla ormai con insistenza dell'accorpamento dei due istituti comprensivi di San Giovanni Valdarno: il Masaccio e il Marconi – ricorda Maurizio Tacconi, Segretario provinciale Flc Cgil – Si tratta delle scuole primarie e cioè fino alla terza media. Livelli di istruzione fondamentali che non possono essere gestiti con puri criteri aziendalistici. Non ci convince il presunto calo demografico con conseguente diminuzione delle iscrizioni. Il risultato, per le famiglie di San Giovanni, sarebbe la perdita di due distinti punti di riferimento che, tra l'altro, hanno diverse offerte formative. La prima è l'apertura: una su 5 giorni e l'altra su 6. E quest'ultima risponde ad un'esigenza sempre più diffusa e che non può essere compromessa".

Il Segretario della Flc sottolinea un altro elemento: "l'accorpamento metterebbe a rischio posti di lavoro, sia tra gli insegnanti che tra i dirigenti che tra il personale non docente".

Marco Rossi, Segretario di zona della Cgil, evidenzia il rapporto tra l'Amministrazione scolastica e il territorio: "La proposta di ipotesi di accorpamento è un pessimo esempio di democrazia partecipativa. Vengono peggiorate  le condizioni degli alunni e delleloro famiglie nonché dei lavoratori della scuola, senza un minimo coinvolgimento preventivo,  in un settore come quello dell'istruzione che dovrebbe essere da esempio di correttezza nelle relazioni".

La Cgil chiede quindi che l'ipotesi vanga accantonata. "La scuola, in modo particolare quella primaria, non può essere ulteriormente penalizzata – commenta il Segretario provinciale della Cgil, Alessandro Mugnai – L'Amministrazione scolastica deve riflettere sulle conseguenze sociali di un atto che appare di natura esclusivamente economica. Sarebbe anche opportuna un'azione di difesa da parte delle istituzioni locali".

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