29, Marzo, 2024

La storia a lieto fine del vitello Scilla, adottato dal rifugio Agripunk ad Ambra

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Lo scorso aprile un vitello è stato avvistato nelle acque dello Stretto di Messina. Dopo una complessa operazione di salvataggio, da poche settimane è stato adottato da Desirée e David che gestiscono il rifugio in Valdambra. Ecco la sua storia

Lo scorso 8 aprile era stato salvato dalle acque dello Stretto di Messina, oggi si trova ad Ambra, dove è stato adottato dal rifugio Agripunk. Scilla è il vitello protagonista di questa avventura a lieto fine che ci racconta Desirée, che insieme a David hanno fondato l'associazione Onlus e sono riusciti a trasformare un allevamento intensivo di tacchini in un rifugio per animali, che vi avevamo presentato lo scorso marzo.

“I passeggeri di un traghetto lo hanno avvistato mentre nuotava nelle acque dello Stretto ed è stata avvertita subito la Capitaneria di Porto” – racconta Desirée – “Era a bordo di una nave di trasporto bestiame diretta in Libano, l’ultimo luogo in cui era stato registrato era la Francia. Non è chiaro se è stato gettato in acqua volontariamente, per sbaglio o se è stato lui che con coraggio e impulsività si è tuffato in mare per sfuggire al suo destino, cioè quello di essere macellato”.

Quel giorno di aprile la notizia è arrivata ad Ambra grazie alla condivisione su Facebook di alcuni articoli di quotidiani siciliani. Desirée non ha perso tempo e si è messa subito in contatto con referenti a Messina dell’amministrazione, Enpa e Asl per chiederne l’adozione, “dato che se non fosse stato rintracciato il proprietario, sarebbe stato definito adottabile”. Dopo i primi controlli del veterinario e le vaccinazioni, è iniziato il percorso per farlo arrivare in Valdambra.

“Non è stato semplice, ci sono voluti ben cinque mesi per riuscire a superare tutta la burocrazia. Di grande aiuto per riuscire a concludere tutto è stato l’Enpa nazionale, che ringraziamo di cuore. Adesso è qui ed è stato registrato come animale non da macello, libero quindi dall’industria della carne e del latte, fuori dalla catena alimentare, come tutti gli altri amici che vivono qui con noi. E questo grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto, anche a distanza o con le donazioni”.

 

Nei primi giorni ad Ambra, Scilla si è dovuto abituare alla nuova casa e ai suoi abitanti, ma il primo impatto è stato subito positivo, come racconta Desirée: adesso ancora qualche giorno nel recinto singolo dopo la castrazione obbligatoria e poi sarà libero di unirsi con le altre mucche.

Da dove deriva il nome Scilla? Lo hanno scelto direttamente loro, perché ricorda la parola Sicilia, oltre per il legame con Messina attraverso il nome di personaggi della mitologia, per ricordare quello che la città siciliana ha fatto per lui. “Un richiamo anche alla Calabria, dove pochi giorni dopo il salvataggio di Scilla, una vitellina in provincia di Reggio Calabria ha tentato la fuga, ma la storia purtroppo è finita male, con la morte dell’animale per le strade di una cittadina”.

A Scilla sarà dedicato probabilmente un appuntamento a gennaio per permettere a chiunque di conoscerlo, mentre le porte del rifugio sono sempre aperte per tutti coloro che sono interessati a conoscere la realtà e a dare una mano

Intanto Agripunk si prepara per il “Cowpodanno”, l’evento organizzato per la sera del 31 dicembre (i dettagli a questo link). Per le informazioni, per le prenotazioni e anche per le donazioni è possibile contattare Desirée e David attraverso il profilo Facebook, il sito internet oppure l'indirizzo email.

 

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