Presentata presso la Sala dei Grandi della provincia di Arezzo la prima edizione del progetto “Io ti rispetto”, promosso dall’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel con il sostegno della delegazione provinciale FIgc di Arezzo, l’Unione Sportiva Santa Firmina e il Panathlon club di Arezzo e Valdarno Superiore.
“Io ti rispetto”, che gode del patrocinio dalla Provincia di Arezzo e dal Comitato regionale Toscano del Coni, è un progetto di educazione civico-sportiva che si propone di comunicare i valori dello sport integrando e completando il percorso didattico. Con il diretto coinvolgimento delle istituzioni scolastiche vengono valorizzati la prevenzione ed il contrasto al bullismo, l’adozione di corretti stili di vita, il riconoscimento dei valori del fair-play, l’acquisizione di comportamenti basati sul rispetto delle persone e delle regole, il contrasto al tifo violento, al doping e al disagio giovanile, l’inclusione e l’integrazione attraverso lo sport e, infine, la sicurezza nella pratica sportiva.
Sono previsti incontri in presenza con gli studenti nei quali saranno coinvolti testimonial dello sport locali e nazionali che possano, attraverso il racconto delle proprie esperienze, trasmettere ai ragazzi i valori positivi dello sport. La prima edizione prevede quattro incontri tra fine aprile e inizio maggio, nelle scuole secondarie superiori della provincia di Arezzo ad indirizzo sportivo. Si parte il 21 aprile, mentre le altre date sono il 26 e 28 aprile e 4 maggio. Gli istituti coinvolti sono l’Isis Valdarno di San Giovanni e il liceo “Benedetto Varchi” di Montevarchi, l’istituto “Fossombroni . Buonarroti” di Arezzo e il liceo scientifico “Francesco Redi” di Arezzo.
I testimonial che hanno aderito sono Francesco Graziani, campione del mondo di calcio nel 1982, Daniele Bennati, commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Lara Mori, ginnasta olimpionica a Tokyo 2020 ed Emanuele Giaccherini, ex calciatore di Juventus e nazionale italiana.
L’idea dei promotori è quella di partire dalla memoria della strage dell’Heysel per far riflettere le giovani generazioni su come l’annientamento dei veri valori dello sport, a cominciare dal rispetto dell’altro, può portare a conseguenze drammatiche.
“Partendo dal racconto di una tragedia come quella che accade a Bruxelles il 29 maggio del 1985 –spiega il presidente dell’Associazion fra i familiari delle vittime dell’Heysel Andrea Lorentini –si arriva a quello del percorso virtuoso di un campione, avviando così una presa di coscienza ed una consapevolezza nei ragazzi su ciò che significa fare sport in maniera sana e corretta. L‘impegno dell’associazione è da sempre quello di fare memoria senza tralasciare la parte educativa rivolta alle giovani generazioni“.
Il concetto è condiviso anche dal delegato provinciale del Coni Alberto Melis ” Il Coni patrocina il progetto condividendone pienamente finalità e modalità. L’iniziativa intende far sì che i giovani sportivi possano acquisire, oltre alle competenze tecniche derivanti dalla pratica, le conoscenze valoriali che contribuiscono a diventare anche persone migliori”.
“L’obiettivo del progetto di porre in evidenza i valori che la pratica sportiva sottendende, il pensiero del presidente della Provincia Silvia Chiassai Martini- appare sempre più un imperativo ineludibile soprattutto in un contesto storico in cui stanno venendo meno anche i fondamentali della convivenza”.