Questo pomeriggio, la Casa della Cultura di San Giovanni Valdarno, Palomar, ha accolto i Punkcake, la band valdarnese che ha conquistato il pubblico di X Factor con un mix di energia, talento e originalità.
L’evento, intitolato “Valdarno Meets Punkcake”, è stato organizzato dal Comune di San Giovanni Valdarno. Per oltre un’ora, i giovani musicisti hanno raccontato il loro percorso artistico, dall’esordio in piccole assemblee studentesche fino ai palchi nazionali, in un dialogo vivace condotto da Zeno Giannoni, speaker radiofonico, Ettore Donzellini di Redstone, e Giampiero Bigazzi di Materiali Sonori.
Dal lockdown al successo nazionale. Nati nel 2020, nel pieno della pandemia, i Punkcake sono l’esempio di come la passione e la determinazione possano trasformare una situazione difficile in un’opportunità. Il gruppo è stato fondato da Damiano Falcioni e Sonia Picchioni, a cui si sono uniti Lorenzo Donato, Lorenzo Migliore, Bruno Bernardoni. Con il tempo, la band ha saputo conquistare il pubblico locale e, successivamente, quello nazionale, passando per eventi importanti come il Rock Contest di Firenze e l’Off Tune Festival di Prato. Il salto di qualità è arrivato nel 2023, con la partecipazione al talent show di Sky, dove hanno stupito giudici e spettatori con la loro capacità di unire il puro spirito del punk a una leggerezza spensierata, ben rappresentata dal loro nome: un gioco di parole che combina la forza del genere musicale e la dolcezza dei pancake.
Un talk coinvolgente e ricco di ispirazione. Durante il pomeriggio a Palomar, i Punkcake hanno condiviso non solo aneddoti e retroscena della loro esperienza a X Factor, ma anche riflessioni sul valore della libertà di espressione e sull’importanza di rimanere fedeli alle proprie radici.
La permanenza a Milano ha rappresentato una sfida inedita per il gruppo. Le giornate si alternavano tra impegni serrati e momenti più riflessivi, vissuti spesso in compagnia degli altri concorrenti. Nonostante le difficoltà di convivere per lungo tempo con un numero così elevato di persone, i Pancake hanno trovato un clima di amicizia e solidarietà che ha arricchito l’esperienza. Le prove quotidiane, i soundcheck e le registrazioni hanno contribuito a consolidare una disciplina e un approccio professionale al loro lavoro, elementi che porteranno con sé nel futuro.
L’esperienza di X-Factor è stata determinante non solo per la visibilità acquisita, ma soprattutto per la crescita artistica del gruppo. Hanno avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con Manuel Agnelli, che ha saputo guidarli rispettando la loro identità musicale e concedendo loro libertà creativa. Questo confronto ha permesso ai Pancake di esplorare nuove possibilità espressive, rafforzando la consapevolezza delle proprie potenzialità.
Tornati in Valdarno, i Pancake hanno scelto il Circolo del Restone come luogo simbolico per la loro prima uscita pubblica. Questo spazio, che hanno contribuito a rilanciare negli anni passati, rappresenta per loro un punto di riferimento culturale e sociale. Ritrovare gli amici che hanno continuato a portare avanti l’attività del circolo è stato un momento emozionante, che ha confermato il valore di una socialità autentica e lontana dai filtri dei social network.
Siete appena tornati in Valdarno dopo l’esperienza a Milano. Com’è andata? È stata stressante? Siete soddisfatti? Ciao a tutti! Sì, siamo tornati a casa. Milano è stata molto meglio di quanto ci aspettassimo. Le aspettative erano basse – ironizzano- ma ci siamo divertiti tantissimo. Portare la nostra musica e le nostre rappresentazioni su un palco nazionale è stato incredibile. Certo, è stato impegnativo, soprattutto a livello lavorativo: giornate intense, zero riposo, eppure ne è valsa la pena.
Vi aspettavate di arrivare a fare esibizioni così eccentriche? Abbiamo visto che avete anche scambiato i ruoli sul palco, è stata un’idea nata lì o era già parte del vostro stile?L’eccentricità è sempre stata parte di noi, anche prima di X-Factor. La differenza è che lì avevamo più mezzi a disposizione, quindi tutto è diventato più spettacolare. Lo scambio di strumenti e ruoli, ad esempio, lo facevamo già nei nostri concerti: la nostra scaletta è divisa in due, una parte la canta Sony e l’altra Damiano, e in passato abbiamo giocato spesso con queste dinamiche. X-Factor ci ha permesso di esprimere tutto questo in modo ancora più creativo, e pensare che credevamo che sarebbe stato un difetto per noi… invece è diventato il nostro punto di forza.
A proposito degli altri concorrenti, con chi pensate di mantenere un legame, anche al di là del lavoro? Con quasi tutti, a dire il vero. Si è creata una sintonia incredibile fin dall’inizio, come una piccola famiglia. Abbiamo legato tanto con persone come Francamente e Mimì, e ci sono già idee per collaborazioni future. Ad esempio, stavamo scherzando su un pezzo sulle “lesbiche” e, in pochissimo tempo, è uscito fuori un beat assurdo! Insomma, è stata un’esperienza di connessione oltre che musicale, e vogliamo continuare a coltivare questi rapporti.
Parliamo del legame con il Valdarno. Siete molto legati alla vostra terra, lo avete dimostrato tornando subito al Circolo del Restone. Che rapporto avete con questa valle? Il Valdarno è casa. È qui che siamo cresciuti e dove sono nati i Punkcake. Due anni e mezzo fa, il 31 agosto 2021, abbiamo iniziato a organizzare eventi nei circoli Arci, perché sentivamo che mancavano spazi per la musica e la socialità. Non c’era un vero giro musicale, e così ci siamo rimboccati le maniche per creare luoghi inclusivi, dove ragazzi come noi potessero esprimersi liberamente. Il Circolo del Restone è il simbolo di tutto questo: socialità sana, tolleranza, e un punto di riferimento culturale per il territorio.
E i progetti futuri? Ora ci dedicheremo alla scrittura. Vogliamo prenderci del tempo per creare nuova musica e prepararci a tornare sui palchi la prossima primavera. Ci sono già alcune date interessanti in programma, e speriamo di portare il “verbo pancake” sempre più lontano!
Sonia, come ti senti come unica donna nei Punkcake? All’inizio volevo creare un gruppo con altre ragazze, ma trovare musiciste qui è davvero difficile. Poi ho incontrato loro, e ho capito che non sono i “classici ragazzi”. Hanno un lato empatico e dolce che mi fa sentire totalmente a mio agio. Con loro mi diverto, mi capiscono, e questo fa davvero la differenza.