23, Dicembre, 2024

Serristori, i Cobas contro il Centro medico avanzato e la chiusura dell’Oncoematologia

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Tornano a parlare della situazione dell’Ospedale Serristori, i Cobas Pubblico Impiego della Asl Toscana Centro. I rappresentanti dei lavoratori in particolare si esprimono in maniera contraria sia sul progetto del Centro medico avanzato, mentre il pronto soccorso è ormai chiuso da ottobre 2020, e contro la chiusura dell’oncoematologia.

“L’operazioni di depotenziamento dell’Ospedale Serristori voluta fortemente da tutti gli amministratori del PD – scrivono i Cobas – a partire dalla Regione Toscana Giani/Bezzini/Benucci, dal Direttore Generale USL Toscana Centro Dr Morello, dai Sindaci del Valdarno fiorentino Mugnai/Giunti/Certosi con tutte le loro ambigue e deboli prese di posizione a favore di questo vergognoso smantellamento e impoverimento del servizio sanitario pubblico valdarnese, sembra non avere mai fine. Non contenti di aver distrutto la vocazione del presidio Serristori da ospedale per acuzie H24, con tutte le specialistiche appropriate per prendere a carico il paziente nella sua fase critica, ora impongono, dopo il fallimento della casa della salute un fantomatico Centro Medico Avanzato e un progetto di posticciato modello di assistenza per patologie a bassa complessità o codici minori di bassa priorità”.

I Cobas ricordano che nel frattempo si è “chiuso il Pronto Soccorso H24, distrutta l’area critica, sub intensiva ed emergenziale, ridotto al minimo i posti letto per le degenze, ‘regalando’ in convenzione con il servizio sanitario regionale attività storiche specialistiche (chirurgia ortopedica, fisioterapia e riabilitazione, attività diagnostiche di laboratorio e radiologiche) al privato della ‘porta accanto’, disperdendo tanti professionisti medici, specialisti e infermieri per consentire la destrutturazione e il vergognoso smantellamento i cui effetti sono visibili anche nelle residue attività specialistiche ambulatoriali scampate alle esternalizzazioni o soppressioni”.

E ora, aggiungono i Cobas, “è il turno dell’Oncoematologia, un servizio storico, qualificato e punto di riferimento regionale tanto da far indignare lo stesso Calcit che a fior di donazioni e sacrifici dei cittadini del Valdarno Fiorentino ha sempre sostenuto economicamente il DH oncologico. A parte il teatrino della politica figlinese e della ‘solida’ maggioranza che sostiene la sindaca Mugnai, responsabile in prima persona di aver permesso di fatto la chiusura dell’ospedale, preoccupa che le politiche sociali siano state affidate alla new entry, il vice sindaco Di Fede, che nella sua lunga carriera politica ha come record le cooptazioni, quest’ultima avvenuta come gesto riparatore del proprio partito per la mancata candidatura a sindaco nel Comune di Scandicci. La delega alle politiche sociali – accusano i Cobas – ha ricadute sul welfare e sul benessere dei cittadini e sui bisogni sociosanitari, e forse il paese avrebbe avuto bisogno di altro”.

“Come Cobas – conclude la nota – ci uniamo alla protesta del Calcit, all’indignazione e preoccupazione di migliaia di cittadini che vedono venir meno anche questa attività rivolta ai pazienti oncoematologici, che ad oggi risultano in maggioranza tra le patologie prese a carico dal DH oncologico e che per effetto del trasferimento altrove dell’ematologa in servizio al Serristori sta comportando e comporterà il conseguente spostamento di un’utenza fragile su altri presidi di Firenze, in barba al diritto di libera scelta del paziente e al concetto di servizio di cura di prossimità: una scelta cinica, che non ha precedenti. L’Ospedale Serristori è oggi un simulacro di ciò che storicamente esso era, ridotto al minimo sia in termini di attività, personale e servizi, viene utilizzato ancora blandamente dalla sopracitata ricca schiera di amministratori del PD che si sono inventati di sana pianta un progetto sperimentale inutile quale il Centro medico avanzato H12 (misero sostituto del PS H24) ritenendo lo stesso un valore aggiunto sulla cosiddetta integrazione con i servizi e le specialità già presenti al Serristori, quotidianamente depauperati”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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