Aveva aperto un’attività in Valdarno, un laboratorio di produzione di capi di abbigliamento e accessori, e aveva anche assunto alcuni operai: ma per mesi non aveva effettuato né acquisti né vendite. Per questo la Guardia di Finanza di San Giovanni ha attuato un controllo specifico nei confronti di un imprenditore di nazionalità cinese, apparentemente privo di esperienza imprenditoriale.
E così le Fiamme gialle hanno scoperto cosa si celava dietro al laboratorio: all’interno di un capannone industriale, infatti, non c’erano registri e scritture contabili ma si trovavano oltre 23mila accessori di abbigliamento tutti con marchi contraffatti. Dai tessuti in stoffa ai borsellini, dalle cinghie ai bracciali; e poi cerniere, moschettoni, fibbie, bottoni e anelli da portachiavi e tracolla, tutti con i marchi di prestigiose griffe dell’alta moda che pur apparendo del tutto simili agli originali, erano detenuti dall’imprenditore in totale assenza di documentazione utile a certificarne la provenienza o l’effettivo impiego.
Sulla base del quadro che è emerso, gli accessori sono stati quindi sottoposti a sequestro probatorio e il titolare dell’attività è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Arezzo per i reati di ricettazione e contraffazione. Le successive indagini, svolte anche attraverso l’ausilio dei periti tecnici delle aziende titolari dei marchi, hanno permesso di confermare che il laboratorio non operava nell’ambito di una lecita filiera produttiva e che la merce riportava segni distintivi falsificati.