04, Febbraio, 2025

Infermieri, una professione trasformatasi per dare sempre più risposte ai cittadini

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Dopo che un cittadino ha chiesto chiarimenti sulla presenza degli infermieri e non dei medici a bordo dell’automedica e dopo la spiegazione del dottor Simone Nocentini, abbiamo approfondito l’argomento con la dottoressa Vianella Agostinelli, direttrice del Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche dell’Asl Toscana sud est. La professione dell’infermiere, infatti, si è evoluta nel tempo, trasformandosi e specializzandosi sempre di più e diventando una figura autonoma e di rilievo nel settore sanitario ospedaliero e territoriale. Facciamo il punto per conoscerne i pregi e comprenderne di più l’importanza nell’assistenza dei cittadini.

“Sono cambiati i bisogni di salute – spiega la dottoressa Vianella Agostinelli – Sempre più le persone hanno problemi di cronicità, mentre in passato la figura infermieristica si era occupata più della situazione acuta. Questo vale anche per i medici. Cambiano i bisogni dei cittadini e le figure professionali si mettono intorno a un tavolo per dare risposte di salute più adatte. Negli ultimi 20 anni la figura dell’infermiere è cambiata a partire dalla formazione: oggi gli infermieri si formano nei corsi di laurea, con un corso biennale, con master professionalizzanti di primo livello e con lauree magistrali e dottorati di ricerca. La filiera formativa degli infermieri è completa e consente poi uno sviluppo di carriera attinente alle conoscenze  e alle competenze acquisite. Questo rende la professione anche più attrattiva viste le difficoltà che abbiamo nel reclutamento. Negli anni è prevalsa la logica dell’infermiere a supporto del medico, oggi in realtà la figura infermieristica ha un margine ampio di autonomia, per quello che riguarda l’assistenza, e poi una profonda integrazione con tutte le altre figure professionali, ovverosia medici, specialisti, medici di medicina generale. Quindi c’è una parte di profonda collaborazione e integrazione e una parte che svolge in autonomia professionale”.

“L’evoluzione della formazione e delle competenze determina una revisione dei modelli organizzativi tanto per ottimizzare a migliore offerta professionale per i bisogni del cittadino. L’ambulanza infermierizzata, quindi, nasce non soltanto perchè i medici in questa fase storica sono pochi ma perchè gli infermieri hanno effettuato percorsi formativi, hanno acquisito nuove competenze e tutta la parte dell’emergenza sanitaria territoriale è soggetta a processi di standardizzazione e ognuno ha ruoli ben definiti. L’auto infermieristica è una nuova sperimentazione, anche se esiste già da tempo: l’abbiamo progettata, monitorata, implementata e abbiamo valutato i risultati. Sono tutti processi di evoluzione che vengono accompagnati, non si fanno dall’oggi al domani. Poi è necessario anche un processo di informazione per i cittadini per far capire che non cambia niente in sicurezza e che gli infermieri hanno competenze avanzate, estremamente qualificate”.

“Ci sono altri ambiti dove l’assistenza e la professione infermieristica si è evoluta anche nelle conoscenze: è una professione che utilizza le linee guida internazionali, prende le migliori evidenze scientifiche e le porta nel proprio ambito professionale. La collaborazione più stretta si vede nell’emergenza territoriale o nel pronto soccorso. Qui, per esempio, dove circa il 50% sono codici minori, l’infermiere, per le situazioni che non necessitano della figura del medico, accoglie il paziente, lo tratta e lo dimette, per facilitare anche i flussi dei pronto soccorso per quelle situazioni a più bassa complessità”.

“Nell’azienda abbiamo tante reti professionali dove la competenza infermieristica di secondo livello, quella specialistica, sono diventate una certezza dal punto di vista della consulenza specialistica. Oggi abbiamo infermieri specialisti in lesioni difficili, come quelle vascolari per esempio, che sono croniche e ci sono percorsi formativi dedicati, master di primo e secondo livello, per curare questo tipo di lesioni. In Toscana sud est abbiamo una rete di professionisti. Il discorso vale anche per gli accessi vascolari nelle terapie oncologiche: gli infermieri si sono specializzati nell’utilizzo dell’ecografo”.

“Nella parte territoriale c’è tutto il lavoro svolto negli ospedali di Comunità, dove l’assistenza è H24. La presenza del medico è solo per poche ore la mattina e tutta la gestione di una persona ricoverata è in capo all’infermieristica. C’è una dimensione di autonomia anche se sempre in collaborazione con il medico. Prima era l’assistenza domiciliare oggi si è trasformata nell’infermieristica di famiglia e di Comunità: ogni zona del territorio ha un infermiere di famiglia o di Comunità di riferimento per ribadire il concetto di prossimità al domicilio, permettere al cittadino, per esempio, la teleassistenza, e dare risposte immediate al cittadino”.

La dottoressa Agostinelli termina soffermandosi sulla possibile carenza, nei prossimi anni, di questi professionisti: “La carenza nei prossimi anni l’avremo nella formazione degli infermieri perchè è una professione poco attrattiva e poi perchè con tutti questi nuovi modelli avremo bisogno di un numero maggiore di professionisti. Dobbiamo trovare soluzioni per rendere più attrattiva la professione. L’azienda per questo investe molto nella formazione”.

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