Sono stati arrestati nella nottata di venerdì 29 novembre, dalla Squadra Mobile e dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo, insieme al personale del Servizio Centrale Operativo di Roma, due cittadini di nazionalità rumena accusati di far parte della banda protagonista dei furti ai danni delle ditte orafe, a partire dalla Fullove di Laterina Pergine. A carico dei due uomini sono stati raccolti dalla squadra investigativa interforze, coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo, gravi indizi di colpevolezza in relazione ad almeno due degli ultimi colpi.
Il loro arresto è scattato proprio dopo il furto di Laterina. Alle prime luci del mattino, dopo il colpo commesso nella serata precedente ai danni della ditta di lavorazione di metalli preziosi “Fullove”, veniva infatti segnalato da alcuni cittadini un soggetto che si aggirava nei pressi di un bar a pochi metri dalla Stazione dei Carabinieri di Laterina. Il giovane, non della zona, aveva addosso abiti e scarponcini sporchi di fango, e chiedeva agli utenti del bar di poter effettuare una chiamata, non avendo con sé il cellulare. Ai Carabinieri di Laterina non sapeva motivare la sua presenza lì. Venivano dunque attivati gli uomini della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo e gli uomini della Squadra Mobile di Arezzo, visto il possibile collegamento dell’uomo con il furto commesso nella notte ai danni della ditta orafa, situata a pochi metri di distanza.
E sempre nelle ore successive al furto a di Laterina, la Stazione Carabinieri di Pergine Valdarno aveva controllato una Lancia Y, con una sola persona a bordo, anch’egli con tratti dell’Europa dell’est, che procedeva in maniera irregolare e con fare circospetto nei pressi di una strada sterrata: probabilmente proprio la strada utilizzata nella notte dai ladri per darsi alla fuga nelle campagne dopo il colpo alla Fullove. Anche quest’uomo non parlava bene l’italiano, e non sapeva fornire agli investigatori ragioni plausibili in merito alla sua presenza nei pressi della ditta dove poche ore prima era stato consumato il furto di metalli preziosi.
Dal fermo di questi due soggetti ha dunque preso avvio un’attività investigativa più approfondita, portata avanti dagli uomini della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Arezzo, della Squadra Mobile di Arezzo e del Servizio Centrale Operativo di Roma. E così è stato individuato il covo utilizzato dalla banda fuori provincia dove, all’esito di una perquisizione, sono stati trovati elementi utili ai fini delle indagini che hanno ricollegato inequivocabilmente i due soggetti al furto commesso la notte prima a Laterina Pergine Valdarno: indumenti ed arnesi utilizzati nel colpo oltre ad ulteriori elementi e riscontri investigativi utili alle indagini.
Carabinieri e Polizia, infatti, grazie alle indagini hanno potuto provare la presenza dei due uomini anche sul territorio di Tegoleto, nel comune di Civitella in Val di Chiana, la sera del tentato furto commesso ai danni della ditta “New Chains” il 22 novembre scorso. Anche per il furto in questione, infatti, per caratteristiche, modus operandi e fattezze fisiche estrapolate dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, l’ipotesi era che si trattasse della stessa banda: e gli accertamenti svolti ed i riscontri acquisiti non hanno lasciato dubbi circa il coinvolgimento nel tentato furto in questione dei due soggetti fermati.
I due sono stati quindi sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per il furto aggravato commesso alla “Fullove” di Laterina la notte del 28 novembre e per il tentato furto pluriaggravato commesso a Tegoleto la notte del 22 novembre per poi essere portati al carcere di Arezzo su disposizione del P.M. della Procura della Repubblica di Arezzo titolare del procedimento. Il P.M. ha richiesto al G.I.P. del Tribunale di Arezzo la convalida del fermo e l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. I provvedimenti di fermo sono stati convalidati ed è stata applicata dal giudice la misura richiesta dal P.M. confermando il carcere per i due soggetti fermati.
Un plauso all’attività d’indagine congiunta e coordinata svolta dal gruppo interforze e per i risultati raggiunti dalla Sezione Operativa e dalla Squadra Mobile è stato espresso anche dal Sig. Prefetto di Arezzo, che ha più volte convocato nell’ultimo periodo Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica al fine di predisporre e rafforzare di comune accordo con le forze di polizia l’attività di controllo del territorio e le azioni di contrasto da mettere in campo contro il fenomeno dei furti commessi ai danni delle aziende del comparto orafo presenti all’interno della provincia di Arezzo. Le indagini intanto continuano per individuare il resto della banda.