Trentatré licenziamenti, e 75 giorni di tempo per far cambiare idea all’azienda: la situazione all’ABB E-mobility di San Giovanni è stata delineata questa mattina nel presidio fuori dai cancelli. Rsu, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno chiesto a gran voce, accanto ai lavoratori, che si fermi la procedura di licenziamento collettivo e si faccia invece ricorso agli ammortizzatori. Una protesta appoggiata dalle istituzioni: erano presenti i sindaci di San Giovanni, Valentina Vadi; Bucine, Paolo Nannini; Montevarchi, Silvia Chiassai Martini; e Cavriglia, Leonardo Degli’Innocenti O Sanni. Inoltre, il consigliere regionale della Lega Casucci; Francesca Neri per la segreteria provinciale del Partito Democratico; gli esponenti di San Giovanni Civica.
Ha spiegato Antonio Fascetto, della Fiom CGIL: “L’Azienda ha scritto e ribadito che per loro la soluzione alla crisi aziendale legata alle difficoltà del mercato sono i licenziamenti unilaterali. Non intendono ricorrere agli ammortizzatori sociali. Noi riteniamo questo approccio totalmente inaccettabile e lo respingiamo. I lavoratori sono qui a gridare a gran voce che non si può sempre affrontare situazioni difficili facendo pagare lo scotto a chi lavora. Per noi l’azienda deve ritirare subito i licenziamenti e trasformare la procedura in un ammortizzatore sociale, come previsto dall’ordinamento giuridico. Gli ammortizzatori servono a questo, e l’azienda ha i requisiti per richiederli: faccia il primo passo. I licenziamenti non sono la soluzione. L’azienda sostiene di vivere una crisi che non rientra nei requisiti per richiedere gli ammortizzatori: per noi sono motivazioni prive di fondamento, e quindi inaccettabili. Noi siamo sicuri che si possano richiedere, anche andando ai tavoli istituzionali se necessario”.
Ilaria Paoletti, per Fim Cisl, ha aggiunto: “Abbiamo 75 giorni di tempo per trovare un accordo sindacale. Sono tempi che vincolano l’azienda. Per noi questi giorni dovranno servire per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, come sono appunto gli ammortizzatori sociali. Tra l’altro l’azienda ha comunicato i 33 licenziamenti per pec alle organizzazioni sindacali; sono licenziamenti trasversali, lavoratori impiegati in mansioni indirette alla produzione che possono però riguardare non solo la parte impiegatizia, ma anche operai a supporto delle funzioni produzioni”.
Federica Montaghi, Uilm UIL, ha puntualizzato: “Adesso ci aspettiamo che l’azienda ci convochi, che ci dia delle risposte serie. Io ricordo che lo scorso anno eravamo già qui, a parlare delle sorti di somministrati e indiretti; oggi invece siamo a parlare di 33 lavoratori diretti, oltre a contratti a termine che non verranno rinnovati. Quindi dall’azienda a questo punto vogliamo risposte serie. È indecente che l’azienda non abbia cercato altri strumenti e sia andata diretta ai licenziamenti. È il momento di parlare di un piano industriale”.
Il sindaco Valentina Vadi ha commentato: “Questa situazione ci preoccupa molto. Io ho espresso la mia piena disponibilità nei confronti dei sindacati e dei lavoratori, oltre alla solidarietà nei confronti di chi è coinvolto. Questa mattina ho parlato con il consigliere alle crisi aziendali del presidente della Regione, Valerio Fabiani, che è già a conoscenza della situazione della ABB; noi abbiamo bisogno di capire qual è il piano industriale di ABB nel nostro territorio. La crisi dell’elettrico è nota, ma noi vogliamo capire quello che riguarda il nostro territorio. All’inaugurazione ricevemmo enormi rassicurazioni sull’occupazione. Ora invece siamo qui, a fianco di lavoratori e sindacati uniti in questa lotta”.
Lisa Vannelli e Daniele Marzi, per la lista San Giovanni Civica, hanno chiesto un Consiglio comunale aperto sulla vicenda: “Abbiamo presentato due mozioni, questa crisi l’abbiamo già vista su Terranuova e ora si sta ripresentando su San Giovanni. Chiediamo sia un tavolo istituzionale; sia un Consiglio aperto alla cittadinanza e ai lavoratori, per sostenerli. Noi avevamo già posto l’attenzione su ABB già in passato, e la politica è in netto ritardo; ma ora dobbiamo far sì che la politica si faccia carico di questa situazione”.