23, Novembre, 2024

L’associazione Casa Comune sul nuovo Piano strutturale e operativo di Montevarchi: “Un’occasione persa”

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L’associazione Casa Comune Montevarchi interviene dopo l’adozione del nuovo Piano strutturale e operativo definendolo “Un’occasione persa: senza visione, con gravi lacune e frutto di una caparbietà amministrativa che non ha precedenti. L’adozione poteva rappresentare un momento partecipativo, nel rispetto del principio del contraddittorio con i cittadini, le Associazioni, gli Ordini professionali e gli Enti deputati a salvaguardare gli interessi tutelati, ma si è rivelato nuovamente un atto di imperio velato da una scandita procedura amministrativa per garantirne solo la formale legittimità”.

“Quello che non si è voluto comunicare alla comunità – continua la nota – è che il legislatore ha previsto chiaramente che l’istruttoria per la formazione del Piano Strutturale e Operativo si formasse tenendo conto delle Osservazioni dei cittadini e dei soggetti titolati a presentarle, la cui funzione è duplice, sia di collaborazione che di garanzia”. L’Associazione Casa Comune Montevarchi aveva presentato delle proprie Osservazioni evidenziando “l’assenza di alcune infrastrutture fondamentali per lo sviluppo sostenibile di Montevarchi e del Valdarno, l’assenza di una pianificazione per contenere il rischio idraulico, per tutelare l’ambiente e incentivare la mobilità sostenibile e, non per ultima, la scelta inopportuna e irrazionale di cancellazione dell’istituto della Perequazione.
Alla conclusione dell’iter, l’Associazione non può che esprimere un giudizio fortemente negativo”.

“Senza una visione unitaria del Valdarno – commenta Casa Comune Montevarchi – è stata un’occasione persa, in quanto è mancato un confronto minimo con la città. In più, ci troveremo con un aggravio economico enorme per le casse del comune. Altro che sviluppo per le imprese e per la città. Non si voluto ascoltare nessuno, né il Consiglio Comunale, né le Categorie, né gli Ordini professionali, mettendo in dubbio perfino l’operato di chi ha redatto il Piano. Qualcuno ha detto che la maggioranza in Consiglio Comunale è stata responsabile. In realtà è stata silente. E in questo caso il silenzio non solo non è d’oro, ma è anche dannoso. Avremmo preferito una maggioranza che difende a spada tratta gli strumenti urbanistici adottati con argomenti e posizioni politiche piuttosto che una maggioranza militarizzata sull’ordine del giorno dell’esecutivo, senza alcuna articolazione di ragionamento e pensiero. Tutto è stato ridotto alla logica dell’amico-nemico, ulteriore elemento negativo che ha riguardato la vicenda”.

Sulle osservazioni rigettate, Casa Comune Montevarchi aggiunge: “La prima conseguenza negativa è che le infrastrutture dovranno essere programmate e disegnate negli strumenti urbanistici del prossimo Piano Operativo e che, per queste, i cittadini devono aspettare chissà quanti anni. Inoltre anche le necessarie casse di espansione, ben 6, oltre ad un intervento sul torrente Dogana, dovranno attendere il prossimo Piano Operativo, con la speranza che, nel frattempo, non si debbano tamponare gli effetti di rischi già oggetto di valutazione. A proposito di rischio idraulico, era stato l’Assessore Angiolino Piomboni, al nostro incontro pubblico dello scorso 5 aprile, a parlarci di un grosso progetto da 60 milioni di euro. Ebbene, accedendo al sito della Regione Toscana, abbiamo verificato che la Dirigente responsabile aveva disposto in data 1 giugno 2023 di non procedere all’ulteriore corso di Valutazione e quindi l’archiviazione dell’istanza perché il Comune non aveva fornito, entro il termine richiesto, le necessarie integrazioni per perfezionare l’istanza. Pensiamo che i cittadini abbiano il diritto di sapere perché quel progetto non è andato avanti e quali erano le integrazioni da fornire”.

“L’assenza di un Piano di Settore a tutela dell’ambiente o l’assenza dei presupposti in questo Piano Operativo per realizzare reali strumenti capaci di tutelare tali interessi ci pone fuori, non solo da una sensibilità collettiva, ma anche dal rispetto delle nuove Direttive europee sempre più stringenti per la realizzazione di comunità eco sostenibili. Un’altra conseguenza negativa per i cittadini riguarda la cancellazione della Perequazione: dal momento in cui avremo il nuovo Piano, per costruire una strada o un’area ad uso pubblico in un’area in proprietà privata, anziché addebitarla al privato che ospita l’intervento pubblico, occorrerà apporre un vincolo di esproprio, con una procedura lunga e pesante economicamente per l’Amministrazione. In questo modo torneremo ad una procedura del passato, con maggiori oneri per la finanza pubblica”.

“Le scelte discrezionali dell’attuale Amministrazione, senza aver tenuto conto della collaborazione delle Osservazioni, non sono sindacabili, se non sotto il profilo della legittimità – conclude Casa Comune Montevarchi – Sono da considerarsi come espressione della volontà dell’attuale maggioranza che se ne assumerà ogni tipo di responsabilità. Le scelte procedurali dell’Amministrazione, con profili di irragionevolezza e incongruità, saranno oggetto di sindacato degli Enti e degli Organi preposti. Nel frattempo i cittadini e le imprese di Montevarchi si troveranno uno strumento privo di visione e progettualità e continueranno a protestare perché non viene tagliata l’erba o asfaltata una strada, ma non potranno sentirsi parte di una comunità in crescita e in cambiamento. Da parte nostra valuteremo gli atti quando saranno pubblicati formalmente e decideremo le azioni da intraprendere a tutela di tutta la comunità. Chi ha deciso di far tornare indietro la nostra città, preferendo i vantaggi di pochi a danno delle casse comunali, cioè di tutti, ne dovrà rendere conto sia alla città che agli Organi di Controllo”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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