Le opposizioni in Consiglio comunale a Reggello non parteciperanno alla seduta convocata per domani, 27 ottobre alle 8.30: lo annunciano in una lettera Veronica Nenci e Virginia Calcinai della “Lista civica Nenci”, Oleg Bartolini del “Gruppo Giorgia Meloni – Fratellli d’Italia”, Gabriele Cicogni del Gruppo misto “Verso la consapevolezza”.
“Durante la Conferenza dei Capigruppo dello scorso 19 ottobre – spiegano – i capigruppo Nenci e Bartolini hanno fatto presente come fosse impossibile per le opposizioni partecipare alla seduta del Consiglio il 27 ottobre di mattina ed hanno chiesto che fosse applicata l’alternanza di convocazione fra mattina e pomeriggio, come deciso, fra l’altro, ufficialmente, in una seduta della Conferenza dei Capigruppo di più di un anno fa. Tale richiesta non è stata accolta dal Presidente del Consiglio e dal Sindaco con una serie di giustificazioni, anche contraddittorie fra loro, ma, soprattutto, è stata addotta la necessità di convocare il Consiglio proprio il 27 ottobre per procedere alla surroga della consigliera dimissionaria Gloria Mugnai. Quando abbiamo fatto notare che le dimissioni sono state presentate in data 14 ottobre e, quindi, non verrebbe comunque rispettato il termine dei 10 giorni fissato dal Regolamento comunale per la surroga, ci è stato risposto, con una certa leggerezza, che comunque quello non è un termine perentorio”.
I consiglieri di opposizione puntualizzano inoltre che: “La Conferenza dei Capigruppo è un organo disciplinato dal Regolamento del Consiglio Comunale con regole e compiti precisi, fra cui quello di decidere coralmente il calendario e l’ordine del giorno dei consigli comunali. Puntualmente questo non avviene e le riunioni della Conferenza si riducono ad una comunicazione di data, ora e punti all’ordine del giorno, tutto già deciso in precedenza nel gruppo di maggioranza; il fatto che decisioni prese in Conferenza dei Capigruppo e comunicate al Consiglio vengano puntualmente disattese, è una chiara violazione dei diritti delle minoranze. Non solo, il fatto che le norme del Regolamento vengano spesso disattese, solo perché ordinatorie e non perentorie, è vieppiù preoccupante, perché ci permettiamo di non rispettare delle norme che ci siamo dati noi stessi in quanto votate nell’Organo di cui facciamo parte e che, dunque, non possiamo allegramente disattendere solo per il fatto che non sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto”.
“Soprattutto – conclude la lettera – si rischia di confondere la democrazia con il dispotismo della maggioranza, per effetto del quale chi vince le elezioni comanda e gli altri devono solo obbedire. Purtroppo, o per fortuna, non deve funzionare così. Chi vince le elezioni deve sicuramente assumersi la responsabilità delle scelte necessarie per amministrare il nostro Comune, ma al tempo stesso non deve sistematicamente ignorare le istanze che provengono da quella parte della società che si riconosce nelle opposizioni”.