Rifiuti a terra e cassonetti con le bocche ‘bloccate’ dai sacchetti: è la situazione che si sta evidenziando in queste settimane a Montevarchi. Una questione su cui si è espressa anche la prima cittadina Chiassai Martini, e proprio le sue parole finiscono nel mirino dell’associazione Siamo Montevarchi, che attacca: “Ascoltando il sindaco, la realtà viene rovesciata e si passa dal comico al tragico”.
“Ci dice il sindaco pro tempore che il porta a porta condotto nei noti quartieri era troppo costoso: in un esercizio si spendevano ben 321.000 euro. Ed allora cosa ha fatto? Ma ha riaperto il suo programma elettorale nel quale qualcuno le aveva prospettato l’utilizzo dei cassonetti intelligenti per davvero; cioè quelli con i quali si pesava il conferito e si poteva distinguere la natura dello stesso per poter giungere all’applicazione dell’equa tariffa puntuale”. Ma il passaggio ai cassonetti intelligenti con le card, sottolinea Siamo Montevarchi, “accompagnato da articoli ed interviste per magnificare il lampo di genio”, ha prodotto il risultato contrario: “In men che non si dica il porta a porta è diventato terra a terra”.
“Allora svelti, le elezioni incalzano, la monnezza cresce, occorre por rimedio. Magicamente il piazzale dell’Arno ed il bivio di Caposelvi si popolano dei cassonetti che dovevano essere intelligenti e vengono sostituiti da altri che, però, paiono afflitti dal solito male. E giù che il terra terra raggiunge percentuali mai viste. Allora occorre trovare il responsabile di tale fallo”, “si studi una soluzione, e chi si poteva ipotizzare meglio di Ambrogio? Non ce ne voglia prima cittadina protempore ma paghiamo le tasse come tutti i comuni mortali ed ella non può cavarsela solo addebitando ai cittadini utenti e contribuenti inciviltà e cattive abitudini”.
“A proposito di tali generici e puerili addebiti che fine han fatto i suoi miracolosi apparati di videosorveglianza che noi cittadini abbiamo pagato?”, chiede Siamo Montevarchi. “Ci dice quanto è costato il valzer di cassonetti? Ci dettaglia il costo delle reclamizzate Card, invio e software pagati dal comune (ergo dai cittadini) compresi? Troppo semplice cavarsela con la trita demagogia condita da un numero interviste da guinness. Buona campagna elettorale ed a risentirci presto, c’è qualcosa che a Levanella non ci quadra”, chiude la nota.