L’operazione della polizia ha riguardato sette sale scommesse della provincia di Firenze. I provvedimenti di sequestro sono stati emessi dal Gip David Monti su richiesta del Procuratore Aggiunto Francesco Pappalardo. A Figline sono intervenuti i carabinieri della compagnia locale
La polizia, a conclusione delle attività info – investigative, ha sequestrato le attrezzature in sette sale commesse della provincia di Firenze. A Figline sono stati i carabinieri della compagnia locale a intervenire: anche in questo caso nelle due strutture di Matassino e del capoluogo sono stati sequestrati i computer. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip David Monti su richiesta del Procuratore Aggiunto Francesco Pappalardo.
L’ operazione è il risultato dell’azione di contrasto al gioco illegale disposta dal Questore Micillo che il 7 luglio 2014 aveva visto la Divisione Polizia Amministrativa e Sociale eseguire il sequestro delle attrezzature di altre 5 sale giochi ubicate nel territorio comunale di Firenze.
Secondo l'accusa le scommesse venivano trasmesse all’estero senza alcuna garanzia per l’utente o possibilità di controllo delle autorità italiane. Secondo la società austriaca, invece, già protagonista di altri simili provvedimenti presi in Valdarno aretino, viene rispettata la normativa europea non riconosciuta però in Italia.
"Si tratta di sale scommesse non autorizzate perché in collegamento con allibratori stranieri privi di concessione italiana – fanno sapere dalla Questura di FIrenze – Attraverso collegamenti internet le scommesse vengono trasmesse all’estero e pertanto non c’è alcuna garanzia per l’utente italiano, né alcuna possibilità di ispezione o di intervento sulle transazioni da parte di autorità o organi di controllo italiani. Le sale scommesse sottoposte a sequestro erano in collegamento con allibratori che hanno sede a Malta e in Austria, ciascuno con modalità di pagamento delle vincite diverso e spesso non chiaro agli stessi scommettitori che, eventualmente, non possono rivolgersi all’autorità italiana in caso di contenzioso. Senza contare che le società estere non versano all’erario italiano la tassazione dovuta".