13, Novembre, 2024

Rischio sismico, la tragedia porta ancora una volta alla luce il problema della prevenzione. Ecco cosa (non) è stato fatto in Valdarno

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Il terremoto che ha sconvolto ancora una volta il centro Italia, riporta alla luce il problema della prevenzione e la necessità di investimenti per la manutenzione e l’adeguamento del patrimonio edilizio. In Valdarno ancora molti sono gli edifici rilevanti, in particolar modo scolastici, ma anche caserme, municipi e strutture sanitarie, che devono essere controllati. Le situazioni migliori a Figline e Reggello.

Il terremoto che ha sconvolto ancora una volta il nostro fragile Paese, porta alla luce tutti i problemi decennali nella gestione del territorio e nelle misure di prevenzione. E mentre a livello nazionale si riaccende la discussione sugli interventi necessari per la messa in sicurezza, molto risulta ancora da fare anche in Valdarno, che intanto in questi giorni si sta mobilitando per aiutare le popolazioni colpite dal sisma.

E' quanto emerge dalla banca dati della Regione Toscana, relativa al rischio sismico. "La banca dati – si legge nella sezione del sito – contiene schede informative relative agli edifici oggetto di programmi di valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici strategici e/o rilevanti". Il quadro che emerge dal rapporto dell'anno corrente, non è sicuramente dei più rosei: gran parte delle strutture pubbliche rilevanti, tra le quali scuole,  caserme dei carabinieri e municipi segnalati, devono ancora essere oggetto di indagine. 

In Valdarno Fiorentino qualcosa si muove, con il Comune di Reggello che sotto questo punto di vista sembra quello che negli anni ha dedicato maggior attenzione alla manutenzione e adeguamento alle normative sismiche. Nel Valdarno Aretino, invece, da quanto riportato nel report provinciale, niente al momento sembra che sia stato fatto.

Otto (nove sono state invece monitorate) sono le strutture pubbliche rilevanti attualmente non controllate a Figline. Tra queste la villa, la portineria, la farmacia e il laboratorio dell'Ospedale Serristori, in piazza XXV aprile. Ma anche il Vasari (sede e succursale), di competenza della Città Metropolitana, e tre scuole: la Del Puglia, quella di San Biagio e la Leonardo Da Vinci.

A Reggello dei 22 edifici segnalati ne mancano all'esame solo cinque, mentre gran parte delle strutture – anche di costruzione non recente – è stata adeguata. Tra gli edifici strategici e rilevanti non ancora oggetto di indagini c'è il palazzo comunale e la sede distaccata della polizia municipale.

A Rignano solo due le stutture nella black-list: la scuola elementare di Troghi e il municipio.

Decisamente peggiore appare la situazione nel Valdarno aretino. A Castelfranco Piandiscò sono cinque gli edifici segnalati. A Loro Ciuffenna tre, a Cavriglia uno, a Montevarchi sette così come a San Giovanni Valdarno, mentre tre a Terranuova Bracciolini. Secondo il report regionale non sarebbe stata eseguita nessuna indagine su tali edifici. Così come sulle nove strutture complessive di Pergine, Laterina e Castiglion Fibocchi.

Gli edifici inseriti nella lista, sono nel complesso vecchi, con periodo di costruzione in media tra gli anni '60 e '70. A San Giovanni in gran parte gli istituti scolastici, di competenza sia della Provincia che del Comune, ma anche la sede del comune e la caserma dei carabinieri. A Terranuova devono essere controllate la scuola elementare "Ricasoli", la scuola media "Giovanni XXIII" e il municipio.

A Montevarchi gli edifici segnalati sono sempre quelli scolastici, anche delle frazioni di Levane, Levanella, Mercatale e Pestello, così come il comando stazione dei carabinieri. Una situazione simile agli altri comuni aretini, e che richiederebbe forse una maggior attenzione da parte delle istituzioni coinvolte.

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