Scoprire dove sono stati rinvenuti i circa tremila fossili del Paleontologico, attraverso una mappa on line che racconta, di fatto, le origini del Valdarno: è un orogetto innovativo che coinvolge il Museo di Montevarchi, la Soprintendenza, l’Università di Firenze con il supporto di CariFirenze. La presentazione venerdì 16 marzo all’Accademia del Poggio
Dove fu rinvenuto, 'Gastone', il mammut simbolo del Paleontologico? E da dove vengono i circa tremila fossili che compongono il patrimonio del Museo montevarchino? Domande a cui si potrà trovare una risposta anche soltanto navigando su internet, grazie ad uno strumento innovativo che il Museo Paleontologico ha realizzato con il contributo della Cassa di Risparmio di firenze e il parternariato della Soprintendenza di Arezzo Grosseto e Siena e dell'Università di Firenze, Dipartimento di Scienze della terra, con il patrocinio dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici.
Si chiama "Paleocarta del Valdarno superiore", ed è una vera e propria carta paleontologica consultabile on line, una mappa geografica in cui saranno indicate tutte le località in cui, fin dall'inizio dell'800, sono avvenuti ritrovamenti dei fossili che oggi compongono l'immenso patrimonio del Museo Paleontologico, e che raccontano la storia del Valdarno fin da 3 milioni di anni fa. Per ogni fossile saranno indicate le informazioni principali sia sul ritrovamento che sul reperto stesso, e così il visitatore di questa mappa virtuale potrà ripercorrere la preistoria del Valdarno.
La Paleocarta sarà presentata ufficialmente venerdì 16 marzo, dalle 17,30, alla Sala grande dell'Accademia Valdarnese del Poggio, e da quel momento sarà consultabile a tutti da questo indirizzo. "Un grande lavoro, partito dagli archivi del Museo – ha spiegato la direttrice, Elena Facchino – un modo per restituire attraverso le tecnologie digitali quello che le ricerche paleontologiche hanno raccolto per decenni. Uno strumento che può avere grandi potenzialità, come conoscenza e promozione del territorio, anche dal punto di vista turistico". Il lavoro è stato portato avanti da una équipe di giovani paleontologi, archeologi e tecnici informatici delle Università di Firenze e Siena. Oltre alla parte di libera consultazione, è stato realizzato anche un secondo livello, tecnicamente più complesso, dedicato invece esclusivamente ai professionisti del settore.
"Una ulteriore conferma del ruolo di punta del Museo Paleontologico in Valdarno ma direi a livello nazionale – ha commentato l'assessore alla cultura del comune di Montevarchi, Maura Isetto – questo progetto dimostra come un museo dedicato ad un passato antichissimo possa mettere il suo patrimonio a disposizione di tutti grazie alle tecnologie più moderne".