“L’aumento dei costi per il lotto 1 non dipende dalla Provincia ma dalle scelte fatte dal commissario nominato per le casse di espansione”. Questa in sintesi la precisazione di Renzo Crescioli, assessore della Provincia di Firenze, che interviene sulla vicenda delle casse di espansione. Come reso noto da Valdarnopost, i costi per i tre lotti delle casse di espansione di Pizziconi e Restone sono aumentati di quasi 15 milioni.
“L’aumento dei costi per il lotto 1 non dipende dalla Provincia ma dalle scelte fatte dal commissario nominato per le casse di espansione”. Questa in sintesi la precisazione di Renzo Crescioli, assessore della Provincia di Firenze, che interviene sulla vicenda delle casse di espansione. Come reso noto da Valdarnopost, i costi per i tre lotti delle casse di espansione di Pizziconi e Restone sono aumentati di quasi 15 milioni.
La Provincia prende la parola per il lotto 1 che è passato da 14 milioni di euro a 17.890.000 euro. Motivo riportato nel verbale del collegio di vigilanza: L’aumento è “a causa della necessità della bonifica e gestione delle terre da utilizzare per la realizzazione delle arginature, risultate in parte contaminate da idrocarburi. Il Commissario precisa che l’entità dell’aumento del costo è dovuta prevalentemente alla prescrizione della Provincia di Firenze che, in ragione dell’impossibilità di individuare una sorgente puntuale dell’inquinamento, ha inserito tutta la porzione nord della cassa nell’anagrafe dei siti da bonificare, nonostante che fosse stato proposto di utilizzare, per la realizzazione degli argini, solo i terreni con CSC inferiori a tabella A”.
Ma la Provincia non ci sta. Il progetto è stato approvato dal Commissario e “l’aumento dei costi del lotto in oggetto è conseguenza inevitabile di scelte certo non compiute dalla Provincia di Firenze, e pertanto non è addebitabile a questa Amministrazione, come si può ampiamente evincere dai dettagli tecnici”.
“Si intende innanzitutto ricordare che l’Amministrazione Provinciale, ed in particolar modo l’Ufficio Rifiuti e Bonifiche, ha concretamente manifestato in più occasioni, a proposito delle procedure inerenti le Casse di espansione in oggetto, la piena disponibilità alla collaborazione tra Amministrazioni, anche illustrando, insieme ad Arpat, agli altri soggetti coinvolti fondamentali aspetti normativi e profili applicativi riguardanti l’analisi di rischio e la gestione delle terre”.
La Provincia spiega che l’inserimento della zona dove sono in corso i lavori per il primo lotto della cassa di Pizziconi è inserita nell’anagrafe dai siti da bonificare, in quanto “conseguente all’atto di approvazione dell’analisi di rischio sito specifica effettuata dal Commissario nominato dal Comune di Figline Valdarno in data 12/11/2013 e dai successivi chiarimenti sopraggiunti con la nota del 3/1/2014. Il perimetro inserito è pertanto quello approvato dal Commissario con atto proprio e specificato in dettaglio in documenti successivi. Il Commissario pertanto ha approvato un perimetro che coincide con quello su cui è stata fatta l'analisi di rischio sito specifico. L'approvazione dell'analisi di rischio crea un vincolo permanente per il sito, sul quale non possono essere apportate modifiche se non rifacendo appunto un'analisi di rischio anche per lo stato futuro”.
“Nonostante nei sopra citati incontri preliminari fosse stato più volte chiarito che con contaminazioni random di questo tipo l'analisi di rischio non fosse appunto consigliabile – prosegue Crescioli – la committenza ha scelto comunque questa strada. Ciò precisato, l'inserimento di un'area nell'anagrafe dei siti da bonificare è solo e soltanto un temporaneo vincolo amministrativo che serve per indicare un'area in cui vengono fatti interventi. Ciò però non muta in alcuna maniera – e non avrebbe senso che lo facesse – le opere e gli accorgimenti tecnici”.