La prima cittadina resta ferma sulla sua posizione e rimanda al mittente ogni contestazione: È un bene che torna alla comunità, abbiamo centrato un obiettivo voluto dai cittadini”. Esclude ogni altra ipotesi: “La risoluzione era l’unico modo per chiudere in fretta la questione”
Resta salda sulla sua posizione, il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini: sulla vicenda antistadio, nonostante le critiche che si sono levate dalle opposizioni ma anche dal suo ex vicesindaco, difende nettamente la scelta di arrivare alla risoluzione del contratto. Altre vie, per la prima cittadina, non sarebbero state altrettanto efficaci. Neppure richiamare la Deco, la ditta appaltatrice, a rispondere delle proprie responsabilità per i ritardi nella consegna dei lavori.
"Sull’Antistadio, sono diventati tutti tecnici e giuristi, pur di negare l'evidenza: questa amministrazione, con il voto del consiglio comunale, lo restituirà definitivamente e legalmente alla comunità", esordisce oggi in un comunicato il sindaco. "Era uno dei punti del programma elettorale per cui abbiamo ricevuto il mandato di governo. Mi stupisco di chi oggi sostenga il contrario, dopo anni di impegno e di richieste di cittadini e associazioni, per tornare a investire su una struttura e renderla un ambiente degno soprattutto per lo sport giovanile".
"Non mi interessano le polemiche delle varie opposizioni che hanno il solo fine di screditare una conquista per la città", aggiunge Chiassai. Che poi replica alle accuse arrivate in questi giorni: "Non è vero che l'antistadio non è mai uscito dal patrimonio del comune: l'immobile è stato inserito nel Piano delle alienazioni nel 2011, quale terreno edificabile; dopodiché nel 2012, è stato inserito nel bando lavori Piuss come parte del corrispettivo dell'appalto. Il 26 marzo 2013 è stato firmato il contratto con la ditta aggiudicatrice dell'appalto che, a fronte dei lavori, avrebbe ricevuto denaro, le ex Carceri e l'Antistadio".
"L'Antistadio quindi è da oltre 4 anni vincolato a corrispettivo dell'appalto lavori Piuss, sia che questo venga portato a termine dall'impresa appaltatrice sia che venga terminato da altra impresa aggiudicataria in successione", precisa la prima cittadina. "La stessa sorte per le ex Carceri, già trasferite con apposito rogito del 28 febbraio 2017. Noi abbiamo definito un diverso indirizzo politico, a fronte di specifici presupposti giuridici: la ditta ha avanzato una proposta di risoluzione anticipata dell’appalto, perché riteneva problematico portare a termine i lavori per le scadenze imposte dalla rendicontazione Piuss".
L'accordo con la ditta, sostiene Chiassai, districa un nodo importante: "La risoluzione scioglie entrambe le parti da ogni vincolo; di conseguenza la comunità, con il voto favorevole del consiglio comunale, potrà riappropriarsi giuridicamente dell’antistadio. Non era possibile fare diversamente, in quanto è stato l’ex assessore ai lavori pubblici ad affidare all'impresa ulteriori lavorazioni sulla viabilità di Levanella. La risoluzione a cui siamo giunti oggi era l’unica percorribile per riacquisire l’antistadio in tempi brevi, portare a termine i rifacimenti richiesti e il pagamento delle telecamere, dopo un anno di inadempienze, dove il Comune provvederà a sborsare quanto stabilito a lavori ultimati".
E sulle critiche mosse dal Pd, in merito al futuro degli impianti sportivi di Levanella che ora non saranno realizzati, il sindaco chiude: "Stiamo lavorando da mesi a progetti ambiziosi, compresa la pista di atletica e di ciclismo di Levanella, ma non spetta al Pd saperne le modalità in anticipo, visto che il compito della programmazione è di questa giunta. Verranno informati insieme alla cittadinanza al momento opportuno, ossia quando diversamente da altri politicanti, lo avremo fatto senza prometterlo e basta. Si fossero preoccupati così tanto nel passato, probabilmente non ci saremmo ritrovati a gestire questi “bubboni” come la Capannina che è stata riacquisita dalla città, o come l’Antistadio”.