“Prenderemo in considerazione richieste di prestito”, aveva detto nei giorni scorsi il rettore dell’Università di firenze, Luigi Dei. Va messo però in conto la mole dell’opera in questione, grande quasi 3 metri per 2. Ma sulla richiesta di riportarla a Montevarchi, in una intervista al Corriere Fiorentino, la dottoressa Cristina Acidini puntualizza: “Non si possono mettere in discussione collocazioni di opere, sarebbe il caos”
Sarà molto difficile rivedere l'Incoronazione della Vergine e dei Santi, opera del Botticelli, a Montevarchi, città in cui fu commissionata e in cui rimase per quasi quattro secoli, stando alle ricostruzioni storiche. Quasi impossibile che venga riconsegnato alla città, dalla quale fu portato via durante le soppressioni napoleoniche dei primi del 1800; forse qualche speranza potrebbe esserci per un prestito in occasione di un evento temporaneo.
"L'Università di Firenze – ha affermato, in questi giorni di grande dibattito, il rettore Luigi Dei – prenderà in considerazione, d'intesa con la Regione Toscana, ogni eventuale richiesta di prestito che dovesse arrivare, per esporre l'Incoronazione della Vergine e dei Santi". Una sorta di apertura alla possibilità di valorizzare, in questo modo, l'opera di Botticelli che oggi è custodita a Villa La Quiete, immobile prima dell'Università, poi passato in proprietà alla Regione: e che non è visibile al pubblico.
In una intervista rilasciata al Corriere Fiorentino, la storica dell'arte Cristina Acidini, che fino al 2014 è stata soprintendente al Polo Museale Fiorentino, gela le aspettative. "Se si mettono in discussione le attuali collocazioni delle opere, si sa dove si inizia ma non dove si finisce. Si creerebbe uno scompiglio senza fine, come quello che con le soppressioni portò tante opere agli Uffizi e alla Accademia. Oltre a creare precedenti pericolosi".
Sull'ipotesi di prestiti, la Acidini aggiunge: "Vista la dimensione e la delicatezza, l'opera può essere spostata per una mostra ma solo a Firenze. Non può certo superare l'oceano". La tavola, infatti, è di grandi dimensioni: quasi 3 metri per 2, e data la sua delicatezza gli spostamenti andrebbero curati in modo particolare. Tutti elementi che dovranno essere tenuti di conto, per ogni ipotesi di valorizzazione di un'opera del genere.