01, Maggio, 2024

Il quartiere Oltrarno accoglie i profughi. Visita con la consigliera Vadi. Le lezioni del partigiano Angiolino

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Sono sei, tra i 17 e i 23 anni, provengono da Senegal, Ghana, Nigeria. Nel loro paese erano imbianchini, muratori, autisti e barbieri. Adesso vivono al quarto piano di uno stabile nel quartiere Oltrarno di San Giovanni. Sono stati accolti bene soprattutto da Angiolino che cerca di insegnare loro l’italiano. Domani il sindaco di San Giovanni li porterà allo stadio

Sono sei, in età compresa tra i 17 e i 23 anni, provengono da Senegal, Ghana e Nigeria. In patria hanno svolto il lavoro di imbianchini e muratori, di barbieri e autisti di camion. Hanno storie difficili e dure da raccontare. Hanno affrontato la fuga verso la Libia e poi il proseguimento, dopo tante traversie, verso l'Italia. Adesso abitano al quarto piano di un immobile nel quartiere Oltrarno di San Giovanni, gestito dalla cooperativa Koinè – Beta Due. Seguono lezioni di italiano e presto verranno inseriti nel progetto del comune sangiovannese per i lavori socialmente utili. Ma soprattutto nel quartiere sono stati accolti in maniera calorosa. Le signore portano vestiti e pasta, una insegnante libri, e poi c'è Angiolino, 90 anni, un partigiano della Brigata Mameli, che li segue con attenzione.

Angiolino li aiuta con l'italiano, si ferma con loro a parlare sulla panchina dei giardini, ha regalato ai ragazzi due felpe e un cappello e gli fa usare la bicicletta. Insomma ha instaurato con questi sei giovani, che si ritrovano soli in un paese straniero e senza niente, un rapporto di amicizia e di cordialità. 

La visita fatta nella mattina rientra nell’iniziativa #lacosagiusta promossa dal gruppo consiliare Pd in Regione Toscana. La consigliera Valentina Vadi, insieme al sindaco e al vicesindaco di San Giovanni e alla rappresentante della cooperativa Beta Due hanno incontrato i sei profughi. 

"L'iniziativa serve per conoscere i profughi e le storie di buona accoglienza. La Toscana dal 2011 ha messo a punto l'accoglienza diffusa che tende a concentrare i profughi in piccoli gruppi in modo da permettere meglio l'integrazione. Questo è un modello buono esportabile anche in altre Regioni. C'è anche un numero al quale i cittadini possono rivolgersi: gli accessi sono stati sinora 450".
 

Anche la consigliera Valentina Vadi, poi, si è soffermata sul rapporto tra Angiolino e i ragazzi: "A guardarli quasi ci si commuove, perché traspare evidente il rapporto che si è creato fra di loro, fatto di umanità, e di un’amicizia che supera, con naturalezza e senza sforzi apparenti, la distanza di molti anni d’età e migliaia di chilometri che fino a qualche mese fa li separava. E poi c’è il parroco del quartiere ha regalato a loro una bicicletta per potersi muovere nel paese. E il sindaco domani pomeriggio li porterà allo stadio per assistere alla partita della locale squadra di calcio. E un’insegnante che gli ha donato dei libri di matematica. E alcune signore del quartiere, che portano vestiti, lenzuola, pacchi di pasta. Ecco, sono anche questi piccoli gesti, che fanno la buona accoglienza".

E domani, infatti, Maurizio Viligiardi li porterà ad assistere alla partita della Sangiovannese allo stadio Fedini. Uno di loro, tra l'altro, è appassionato di calcio e sembra avere anche buone potenzialità.

Elena Checcacci, invece, della cooperativa BetaDue spiega l'iter che seguono i profughi dal loro arrivo nel territorio di accoglienza: dai controlli sanitari ai documenti, dalla sistemazione alla frequentazione dei corsi di italiano. "Qui a San Giovanni, i sei ragazzi, hanno ricevuto davvero un'accoglienza bellissima".
 

In tutto il Valdarno aretino sono previsti 168 profughi: dai 42 di Montevarchi ai 30 di San Giovanni, dai 21 di Terranuova ai 17 di Castelfranco Piandiscò e Cavriglia, dai 18 di Bucine ai 10 di Loro Ciuffenna, ai 6 di Pergine e Laterina.

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