Dibattito aperto dopo che un dirigente scolastico fiorentino ha detto “no alle forze dell’ordine in classe”. Anche in Valdarno ci sono differenti opinioni, ma tra i dirigenti scolastici vince il sì ai blitz: “Sono un deterrente e hanno aiutato alcuni ragazzi ad uscire dal tunnel”. Al “Vasari” prossimamente torneranno i carabinieri per i controlli.
Cani antidroga a scuola sì o no? Il dibattito anche in Valdarno è aperto. A Firenze è nato dopo che il dirigente dell'istituto tecnico per il turismo Marco Polo, Ludovico Arte, si è schierato apertamente contro le perquisizioni delle unità cinofile nelle classi: "Io faccio educazione, le forze dell’ordine perseguono reati. Da tempo in questo dialogo non facile con le forze dell’ordine dico che dobbiamo trovare una mediazione. Nella mia scuola i cani antidroga non entrano".
Di pensiero opposto Valerio Vagnoli, preside del "Saffi" e negli anni passati dell’Isis Vasari, che pubblicamente ha dichiarato di essere favorevole ai controlli, chiedendo e ottenendo un nuovo blitz a scuola: “Ho sempre ritenuto giusto che per debellare il problema, o almeno cercare di farlo, sia necessario affrontarlo alla luce del sole, senza timore di aprire le porte alle forze dell'ordine”. Ma anche “per trasmettere ai ragazzi un messaggio molto concreto sui rischi che corrono, anche penalmente” e sottolineando: “ I controlli servono, perché sono un deterrente”. Ma in Valdarno i dirigenti scolastici degli istituti superiori cosa ne pensano?
Sull’argomento c’è molta divisione sia tra i ragazzi che tra i professori. Tra i presidi prevale il sì ai controlli. Totalmente a favore dei blitz antidroga sono il dirigente scolastico del Giovanni da San Giovanni, il professor Claudio Ermini, ed il dirigente dell’Isis Valdarno e Isis Vasari, Andrea Marchetti.
"Credo che questo tipo di controlli siano assolutamente utili – spiega Claudio Ermini – Personalmente ritengo che se c'è anche solo il sospetto di circolazione di sostanze improprie a scuola, allora il ricorso ai controlli non sia assolutamente da precludere. Anzi: bene ha fatto il mio collega professor Vagnoli, dirigente scolastico di un istituto di Firenze, che ha sollecitato lui stesso i controlli. Ai licei di San Giovanni, per ora, non ci sono stati episodi che hanno messo in evidenza una problematica di questo genere, tanto da richiedere interventi delle forze dell'ordine".
Chi i controlli nelle classi li ha promossi e organizzati negli anni passati all’Isis Vasari e lo farà anche nelle prossime settimane, è Andrea Marchetti che adesso dirige anche l’Isis Valdarno: “Sono molto favorevole perché rappresentano un deterrente e hanno letteralmente salvato alcuni ragazzi, riportandoli sulla giusta strada. La prevenzione non basta, soprattutto in una scuola con 1200 studenti: è importante ma è necessario anche intervenire su chi spaccia. Far emergere i problemi permette di intervenire sui ragazzi e sulle famiglie che molto spesso non sono a conoscenza dello spaccio: è successo anche che dei ragazzi si siano sentiti male a causa deglii spinelli e non solo”.
Per questo prossimamente i carabinieri torneranno nelle classi: “In ogni caso lavoriamo a 360° sul problema. Svolgiamo iniziative di educazione alla legalità con i carabinieri e la tenenza di Pontassieve della guardia di finanza, così come lavoriamo a stretto contatto con il sert, anche con l’apertura di uno sportello di assistenza ed un sostegno psicologico”.
A Montevarchi, Nedo Migliorini, il dirigente scolastico dell'istituto 'Varchi' è più cauto, anche se ammette l'utilità dei controlli, se mirati al contrasto della diffusione della droga a scuola: "Personalmente ritengo che si possano fare i controlli antidroga a scuola purché dietro uno specifico mandato delle autorità. Solo in questo caso, credo, si può dire che ci siano stati elementi sufficienti a giudicare che effettivamente possa esserci entro i confini scolastici una attività illecita. Le segnalazioni possono arrivare dal dirigente scolastico ma anche da privati cittadini, ma devono essere una base di partenza per dei controlli antidroga".
"La nostra – conclude il preside – è una scuola che su questo fronte ha cercato di lavorare: cinque anni fa, ad esempio, intorno alla sede di viale Matteotti abbiamo installato un impianto di videosorveglianza, in modo da tenere sotto controllo il perimetro scolastico e verificare anche l'ingresso di persone da fuori".
Ha collaborato Glenda Venturini