25, Novembre, 2024

Associazione Valdarnese di Solidarietà: affrontare paure e disagi con adolescenti e genitori

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L’Associazione Valdarnese di Solidarietà esiste da quasi quaranta anni e si occupa di creare ambienti dove i disagi e le paure di adolescenti e genitori possono essere esternati senza alcun tipo di giudizio.

L'Associazione Valdarnese di solidarietà di San Giovanni nasce nel 1982, da un gruppo di volontari, con l'esigenza di trattare la tossicodipendenza ma si allarga nel corso degli anni anche a problematiche come alcolismo, gioco d'azzardo ma soprattutto a tutte quelle paure e quei disagi che hanno a che fare col mondo dell'adolescenza. Giovanni e Deanna ci raccontano quella che oggi è la loro organizzazione.

"La cosa più importante è che qui nessuno viene giudicato e tutto rimane in queste stanze ", ripete Giovanni mentre illustra come si svolgono le loro attività. 

Cosa succede qua dentro?: "Questa è la stanza magica – qua si entra togliendosi le scarpe e si fa un po' di psicodrammaturgia". E in cosa consiste?: "Viene fatta una volta a settimana e consiste in tre fasi: ci ritroviamo e cerchiamo di sciogliere un po' di tensione camminando ad occhi quasi chiusi con una musica rilassante, poi lo psicodrammaturgo, inizia a fare delle domande a cui ognuno dovrà dare delle risposte senza però esternarle – in questa fase vengono fuori fiumi di lacrime ed è quella che più funziona – poi si aprono gli occhi ci si confronta un attimo e si mette in scena il problema o i problemi cercando di fare in modo che il protagonista riesca a vivere tutti i ruoli del dramma. In tal modo soprattutto chi soffre di disturbi di personalità può esternare le proprie difficoltà nel modo più spontaneo possibile". Questa attività da chi viene svolta?: "Questa per lo più dai giovani".

Sul muro è scritta la frase "Prendi il coraggio e mettilo nell'animo di chi non sa lottare, prendi la speranza e vivi nella sua luce", ma precisamente a chi si riferisce?: "Qui si svolge il nostro secondo progetto: i Cavalieri di San Valentino e questa frase si riferisce proprio a loro poichè il motto di questi ragazzi è – libera il cavaliere che c'è in te – Questi ragazzi hanno paure e disagi legati all'adolescenza di cui spesso non capiscono il motivo. Qui ci mettiamo in cerchio, diamo un tema, facciamo parlare tutti e dire la loro opinione sulla cosa". 

Il salone centrale, poi, spiega Giovanni Bigi è il luogo degli incontri con i genitori: "Ci sono due gruppi distinti che affrontano tematiche un po' diverse, questo non per voler gerarchizzare i disagi ma semplicemente per far si che il lavoro sia più produttivo. Un gruppo è di orientamento e auto aiuto e riguarda gli adulti con problemi di tossicodipendenza, invece l'altro è un gruppo di prevenzione ed orientamento sui temi dell'educazione". 

Come arrivano qua le persone?: "Soprattutto col passaparola. Non abbiamo grande forza pubblicitaria. Durante l'anno facciamo dei corsi nelle scuole e da questi in realtà è nato Genitori Oggi, ovvero quel gruppo di genitori che riscontra qualche problema con i figli e che ha avuto voglia di comunicare e confrontarsi. Questi corsi prevedono tre incontri di dialogo in piccoli gruppi, due incontri con degli esperti e l'ultimo di confronto aperto. Il problema è che le persone hanno paura e si sentono giudicate, questo vuol dire che in una scuola di 800 persone, a questi corsi si iscrivono in 80". 

Qual'è il vostro più prossimo obiettivo?: "Quando abbiamo potuto, abbiamo fatto qualche gita in più e qualche ma fare questo quando si parla di volontariato.. non è molto semplice. Ci sono cose che senza soldi vanno a scadere e una delle nostre assolute priorità è la preparazione degli operatori. Ma anche per tutti i corsi di formazione e aggiornamento ci sono dei soldi da mettere. Per questo speriamo di riuscire ad attivare una convenzione con le strutture pubbliche". 

 

 

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