Se il fenomeno fosse azzerato, dichiara Confesercenti, in tutta la provincia di Arezzo, Valdarno compreso, potrebbero essere recuperati 6 milioni e mezzo di euro di mancato gettito fiscale e contributivo ogni anno. Tra le merce più venduta dagli ambulanti abusivi: ombrelli, cover di cellulari, borse, calzature, e oggettistica varia oltre a accessori per pc
Abusivismo tra gli ambulanti: un fenomeno non più tollerabile e che mette a rischio il lavoro di quelli invece in regola. Il rappresentate dell’Anva, Angelo Rogialli, il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini e il responsabile del sindacato degli ambulanti Lucio Gori, hanno reso noti i dati. Gli ambulanti regolari a livello provinciale sono 830 di cui 399 stranieri. Richiesti maggiori controlli da parte della polizia municipale. Coinvolto anche il Valdarno le sue fiere, i perdoni, le manifestazioni dove sono concentrati gli ambulanti.
Secondo l’indagine in tutta la provincia aretina gli abusivi sono 100 ogni giorno per un volume di affari che si orienta sui 13 milioni di euro, calcolati sulla base di una stima nazionale proiettata a livello provinciale.
“Un dato preoccupante – ha detto Angelo Rogialli, rappresentante Anva – che mette a serio rischio chi ha scelto di fare questo mestiere in modo onesto. Il fenomeno aretino è solo una parte di un problema generalizzato in tutta Italia dove addirittura il evidenziare il giro di affari sale a 1,8 miliardi di euro”.
Il fenomeno ha importanti ricadute sul versante del fisco: “se il fenomeno fosse azzerato, – spiega il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini – si recupererebbero 941 milioni di euro – di cui 6 milioni e mezzo di euro dalla nostra provincia ( la tassazione sulle imprese è attorno al 50% del fatturato) di mancato gettito fiscale e contributivo ogni anno. Ma non solo, i 13 milioni, se in ipotesi fossero recuperati per intero da aziende ambulanti, ipotizzando un fatturato medio pari a euro 200 mila, significa che potremmo avere ben 60-70 aziende in più di quelle che abbiamo”.
“Accade in Fiera Antiquaria – spiega il direttore di Confesercenti Mario Checcaglini – alla fiera del Mestolo, ma anche in Valdarno alla fiera del Perdono e in Valtiberina alla fiera di Mezza Quarisema solo per fare alcuni esempi”.
Tra le merceologie di prodotti distribuiti dai venditori a spiccare sono ombrelli, cover di cellulari, borse, calzature, e oggettistica varia oltre a accessori per pc. Una situazione insostenibile che spinge l’Anva Confesercenti a chiedere maggior attenzione. “Gli ambulanti – dice Checcaglini – hanno bisogno di essere salvaguardati. L’Anva chiede quindi maggiori controlli da parte degli agenti di Polizia Municipale sia in città che nei comuni di tutta la Provincia, ma anche intervento della Guardia di Finanza. Inoltre c’è bisogno di una maggior sensibilizzazione dei consumatori”.
“Al 30 settembre – spiega Lucio Gori, responsabile del sindacato ambulanti – in provincia, gli iscritti alla Camera di Commercio, sono 830 di cui 399 stranieri. Tra gli stranieri regolari le principali nazionalità sono di provenienza dal Bangldesch, Cina e Marocco. A livello nazionale gli imprenditori stranieri sono ormai il 51%. A preoccupare però l’Anva è l’ipotesi che diventare ambulante sia la scorciatoia per restare in Italia e ottenere il permesso di soggiorno ed è anche per alzare l’attenzione che oggi abbiamo presentato il dossier in tutta Italia. Ad Arezzo inoltre c’è diffidenza nei confronti del proliferare dei mercatini siano di solidarietà che degli hobbisti. C’è poi il problema del Mercatino delle Pulci. Non possiamo fare finta che non esista. È l’esempio di come una iniziativa nata dal nulla, con l’intenzione di svuotare le cantine e far arrotondare il bilancio delle famiglie, si sia trasformata in una fiera che si pone in concorrenza sleale con gli ambulanti”.