Conclusi i lavori della Commissione istituita dal Consiglio comunale. Il movimento Prima Montevarchi accusa: “Il Comune non riavrà un solo euro. Così amministrava la sinistra in città”
Si sono conclusi i lavori di inchiesta e di approfondimento della Commissione Garanzia e Controllo incaricata dal Consiglio Comunale di Montevarchi di far luce sulle vicende legate al fallimento di “Valdarno Sviluppo SpA”. E l'intera vicenda finisce al centro delle critiche del movimento Prima Montevarchi, gruppo di maggioranza, che punta il dito contro le amministrazioni di sinistra.
"La Società partecipata – ricorda Prima Montevarchi in una nota – nacque nel 1994 per favorire l’incremento di occupazione e lo sviluppo di infrastrutture, mettendo in sinergia risorse pubbliche e private. Nel 2017, il Tribunale di Arezzo ne dichiarò il fallimento, disastroso per gli effetti economici sulle casse comunali e per le opere incompiute lasciate sul territorio, con perdite complessive stimate dagli uffici comunali e dal legale incaricato in circa 1 milione 200mila euro, con i quali si sarebbero potute realizzare intere opere".
"Dagli interminabili lavori della Commissione, presieduta dal Consigliere socialista Fabio Camiciottoli, il quale si è eretto a strenuo difensore dell’operato della Valdarno Sviluppo Spa, di cui l’altro Consigliere socialista, Paolo Antonio Ricci, è stato Presidente ed Amministratore Delegato – attacca Prima Montevarchi – ne è uscito un quadro desolante e incredibile di incapacità di cogliere tempestivamente le opportunità offerte dal Ministero dello Sviluppo, di deviazioni dagli obiettivi di sviluppo della società, di investimenti sbagliati. Nonostante il tentativo del Presidente Camiciottoli, di addossare colpe agli uffici comunali, emerge chiaramente come la Valdarno Sviluppo Spa si sia distinta per essere l’ennesimo carrozzone".
"Illuminante, in tal senso, l’audizione in Commissione dell’On. Rolando Nannicini, ex sindaco di Montevarchi, il quale ha chiaramente illustrato le opportunità apertesi in quegli anni in tema di sviluppo di impresa e di occupazione ma che la società, fortemente voluta dalle amministrazioni di allora, non è riuscita a cogliere tempestivamente. Ma non poteva essere altrimenti! Come è facile constatare, nella gestione della partecipata c’è stata una continua commistione di ruoli politici e amministrativi. Anziché dotarsi di managers, la Valdarno Sviluppo Spa è stata gestita dalla politica: ex sindaci, ex assessori, ex segretari di partito ne sono divenuti gli amministratori e viceversa. Incarichi ben remunerati per tutti, amministratori e tecnici. Ciascuno selezionato senza la benché minima evidenza pubblica", attacca Prima Montevarchi.
"Alle scarse doti manageriali di certi pseudo-Amministratori, che ancora oggi hanno il coraggio di fare politica, si è unita l’indifferenza, il mancato controllo e l’accettazione senza remore di quanto fatto delle varie Giunte di sinistra dei comuni soci e questo a tutto discapito della collettività e dei primari interessi di essa. Hanno rinunciato, senza agire, all’incasso di oneri e imposte e a sopportare costi non dovuti con evidente favoritismo, che non si può non imputare alla fratellanza politica. E veniamo ai giorni nostri: Valdarno Sviluppo SpA è fallita e non ha beni all’attivo, salvo quei terreni ipotecati da una banca, socio che si prenderà ogni ricavato della vendita giudiziaria. Ergo: il Comune di Montevarchi non riavrà un solo Euro! Con buona pace per tutti".
"Col tempo si continuano a scoperchiare le pentole sulle cattive gestioni delle Amministrazioni di sinistra – conclude la nota di Prima Montevarchi – dopo aver scoperto che si facevano pagare ai genitori poveri le mense e i trasporti scolastici dei figli dei ricchi, dopo che con la violazione del patto di stabilità con il bilancio del 2015, si è di fatto limitato l’attività amministrativa attuale penalizzando operatività, assunzioni e redditi dei dipendenti comunali, dopo che, con il mancato trasferimento dei fondi Piuss destinati al Teatro Impero, si è costretto questa Amministrazione a spendere circa 320mila euro dei cittadini per togliere amianto e rifare il tetto, ecco l’ennesima gravissima perla lasciata dagli Amministratori di sinistra. E il discorso potrebbe prolungarsi ancora".