Dopo l’interrogazione presentata da Catia Naldini di Cresce San Giovanni sulla viabilità intorno alla Badiola, l’assessore David Corsi ha replicato: “Capisco le esigenze dei cittadini. Prendo l’impegno di seguire la vicenda”
Una pista ciclabile rimasta a metà, una viabilità che spesso mette a rischio l'incolumità dei cittadini che a piedi o in bicicletta dalla frazione della Badiola intendono raggiungere San Giovanni. Sull'argomento Catia Naldini della Lista civica Cresce San Giovanni ha presentato un'interrogazione in consiglio comunale. L'assessore David Corsi replica.
"Capisco le esigenze della gente. Non mi piace lasciare le cose a metà e quindi mi prendo l'impegno di seguire la vicenda. Penso però che i tempi dei lavori si allungheranno".
Lo stato degli interventi, afferma ancora Corsi, legati alla variante alla SR69, si è complicato: dovevano infatti essere terminati nel settembre 2014. In maniera particolare i ritardi hanno riguardato il sottoattraversamento della linea ferroviaria: le Ferrovie per dare il permesso vogliono la messa in sicurezza del tratto a carico di Provincia di Arezzo e Comune. Per farlo sarebbe necessario il blocco della Direttissima e lo spostamento dei treni sulla linea lenta per il periodo dei lavori. Il costo si aggira sui 50.000 euro al giorno.
La realizzazione del tratto della pista ciclabile che dalla cabina Enel dovrebbe raggiungere la Badiola, quindi, e che la Provincia di Arezzo avrebbe dovuto realizzare con il denaro occorrente per la costruzione rotatoria in prossimità del ponte nuovo, che non nascerà, non sembra essere vicina.