24, Novembre, 2024

Valdarnese laureata in scienze politiche con una tesi sul suicidio. Il contributo anche di Valdarnopost

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Un argomento spinoso e delicato, analizzato sotto diversi punti di vista da Natascia Cantini: la valdarnese laureata in scienze politiche. Per quanto riguarda l’ambito giornalistico, la ragazza ha scelto di intervistare il Direttore di Valdarnopost; da qui la deontologia del giornale su questi temi. La discussione della tesi al MINE di Castelnuovo dei Sabbioni

Laureata in Scienze Politiche con una tesi dal titolo "Il suicidio in cerca di definizione tra statistiche ufficiali e senso comune. Il caso del comune di Cavriglia": la tesi contiene un'intervista al Direttore responsabile di Valdarnopost Monica Campani, a proposito della scelte giornalistiche sulla trattazione dei suicidi. Natascia Cantini ha discusso la sua tesi di laurea martedì 27 aprile presso l'auditorium del museo MINE, nel vecchio borgo di Castelnuovo dei Sabbioni, luogo dalla rilevanza storica veramente importante. 

Natascia spiega che il suo lavoro ha occupato due anni di ricerca e studio e che l'esigenza di trattare un argomento tanto delicato e spinoso, nasce dall'osservazione del numero dei casi di suicidio nel comune di Cavriglia in tempi anche recenti. Raccontare per reagire. Natascia: "Dalle analisi effettuate viene fuori che effettivamente il tasso di mortalità per suicidio è risultato maggiore a Cavriglia rispetto che negli altri comuni limitrofi, però questo non vuol dire che si possa dire che a Cavriglia ci si suicida di più in assoluto . Ho calcolato il tasso di mortalità per suicidio rispetto al numero dei decessi totali, non degli abitanti; quindi la popolazione deceduta di Cavriglia è risultata molto esigua, molto piccola. Le motivazioni non si sanno, si possono solo fare ipotesi. Per esempio la mancanza di un ospedale, probabilmente avrà un peso su questo. Il dato c’è, se ne prende atto. È maggiore sia per anno che per l’intero arco temporale che ho considerato (dal 1987 al 2016). non si può dire che in assoluto a Cavriglia ci si suicida di più."

All'interno della sua tesi di laurea, Natascia ha inserito, ai fini dell'indagine, una serie di interviste, funzionali a trattare l'argomento del suicidio da diversi punti di vista: quello di medici, parroci, cittadini attivi e giornalisti. Per quanto riguarda il ruolo di socializzatori e giornalisti, Natascia spiega di aver agito così: "Ho fatto un'analisi della rassegna stampa di giornali che sono riuscita a trovare sugli articoli sul suicidio a Cavriglia; ho cercato di fare un'analisi  per quanto riguarda le firme dei giornalisti, se la firma era di un uomo o di una donna, se era legata in qualche modo al trattamento del suicidio oppure no; oppure la scelta della lunghezza dell’articolo, il posizionamento della notizia all’interno del giornale, i titoli, chi da la notizia al giornalista, le scelte redazionali."

Nello specifico, è stata intervistata Monica Campani, Direttore responsabile di Valdarnopost, che ha specificato le scelte radazionali di Valdarnopost per quanto riguarda il fenomeno del suicidio. Nell'intervista al Direttore viene specificato quanto il ruolo del giornalista nei confronti di questi argomenti vada ad incrementare la definizione di suicidio che la popolazione, la comunità può avere. La scelta redazionale di Valdarnopost è quella di non trattare il suicidio come notizia primaria e generale; ma solo ed esclusivamente quando diventa un'informazione di interesse pubblico che influenza e condiziona il quotidiano o il sociale. La scelta del giornale è quella di non entrare nel merito di quelle che sono drammi personali che esulano dalla cronaca. Viene sottolineato il confine tra la cronaca nera nuda e cruda e le questioni prettamente personali ed umane che possono essere lesive della persona stessa e dei cari. 

Natascia continua: "Attraverso le interviste effettuate, è venuto fuori che oggi come oggi il suicidio è visto dalla comunità come l’effetto di un disturbo psichico, della depressione in modo particolare. Emblematico il fatto che in un primo momento io abbia trovato resistenza nel rispondere alle mie domande da parte delle persone che avrei voluto intervistare. Credo che il suicidio e le tematiche affini a questo, siano un grande tabù da abbattere".

A proposito del tabù e di alcuni accorgimenti, afferma: "La speranza è che questo lavoro possa essere recuperato in qualche maniera, che se ne possa parlare magari nei circoli, che sono un elemento di socializzazione importante nel Valdarno. Spero ci sia modo di dare respiro a questo lavoro e che questo tabù venga abbattuto. Questi fenomeni sono sempre esistiti; quindi anche nei momenti di maggiore solidarietà e di unione tra le persone; però sicuramente in un momento in cui siamo tutti più isolati, secondo me questo rende le persone più sole e meno pronte anche a chiedere aiuto ed eesprimere come si sentono. Tutte quelle occasioni di socializzazione, quei punti di riferimento se venissero rafforzati e magari incrementati da campagne di comunicazione e associazionismo; allora forse le persone si potrebbero sentire meno sole."

In conclusione Natascia si focalizza sull'importanza dell'attenzione al più debole, riallacciandosi così all'associazionismo dal basso alla solidarietà e alla lotta: "Questa disuguaglianza, questa coesistenza di vinti e vincitori, che a ben guardare è la negazione scientifica di qualunque forma utopistica di socialismo basata sulla completa uguaglianza degli uomini, mostra dunque avvenire una continua eliminazione degli organismi inferiori e dei caratteri fiacchi dal seno della società umana" questa è la citazione di Enrico Morselli psichiatra e sociologo italiano di fine '800 che ho riportato in tesi  per il quale alla base dei fenomeni suicidari sta la disuguaglianza fra gli uomini, l'ingiustizia economica e sociale che portano i più deboli a perire."

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