Meyer e Università insieme per formare endocrinologi e diabetologi pediatrici. Parla l’endocrinologo dell’ospedale pediatrico fiorentino, Stefano Stagi di Cavriglia
Operano in prima persona per i bambini dell'Africa ma serve qualcosa in più: specialisti che possano fare una diagnosi e quindi dare farmaci specifici. Per questo l'ospedale Meyer e l'Università di Firenze hanno dato il via a un progetto che possa in futuro organizzare una vera e propria rete sanitaria per salvare i piccoli in Togo e in Burkina Faso. Del progetto fa parte il dottore Stefano Stagi, di Cavriglia, endocrinologo nell'ospedale pediatrico fiorentino.
Il dottore Stefano Stagi spiega quello che è un progetto d'eccellenza: "Ci troviamo davanti a bambini che non muoiono più di polmonite ma magari di diabete o di altre patologie che in tanti paesi europei sarebbero facilmente curabili anche con un ridotto costo di cure. Il problema è grande: nessun pediatra che si reca in Africa è uno specialista quindi è necessario avere persone che seguano i bambini anche con competenze specifiche. Se non ci sono specialisti non ci sono diagnosi e, di conseguenza, non ci sono i farmaci. Il problema più grosso è, infatti, quello di formare medici che siano in grado di fare diagnosi".
In Africa è importante portare alimenti ma anche e soprattutto professionalità nel campo dell'endocrinologia, della diabetologia e i relativi farmaci. Da questa necessità è nata l'idea di un Master per formare gratuitamente 30 o più persone. "È la prima volta che l'Università italiana fa un progetto sociale con l'obiettivo di formare medici su una specialità specifica. L'Università di Firenze pagherà le spese, le iscrizioni sono gratuite".
Poi c'è una seconda fase altrettanto importante: "Il Master dovrebbe consentire di formare un gruppo di persone che possano supportarsi in merito alla clinica e alla ricerca. Auspichiamo che questo possa essere un esempio per altri progetti simili", sottolinea il dottore Stefano Stagi.
E il dottore Stefano Stagi, di Cavriglia, sa bene di cosa parla: oltre alle sue competenze in campo pediatrico almeno una volta all'anno si reca in Togo o in Burkina Faso per aiutare i tanti bambini che hanno bisogno della sua professionalità e umanità.