La storia di un grande gesto di umanità e altruismo, e di un’amicizia fra famiglie che nasce dalla guerra e non si ferma nel tempo. Quella dei coniugi montevarchini Bista e Stella Nepi è davvero una storia eccezionale, fuori dall’ordinario, esemplare: tanto che questa mattina è stata raccontata di fronte a decine di studenti delle classi quinte dell’istituto Varchi di Montevarchi. Una iniziativa voluta fortemente dalla scuola e dal comune di Montevarchi, dopo che lo scorso aprile i coniugi Nepi sono stati riconosciuti dallo Yad Vashem “Giusti fra le Nazioni”. A coordinare la mattinata, l’ex Dirigente scolastico professor Nedo Migliorini, a fianco della figlia di Tayar, della Dirigente professoressa Casucci, del sindaco Silvia Chiassai Martini.
Bista e Stella Nepi, nel loro casolare di campagna, fra il 1943 e il 1944 diedero rifugio a molti sfollati e fra loro anche al giovane Enzo Tayar, ebreo fiorentino, proteggendolo dalla persecuzione razziale del nazifascismo. Prima di arrivare a Montevarchi, Enzo aveva vagato per mesi nelle zone di campagna dell’aretino: poi, nell’aprile ’44, incontrò la famiglia Nepi, composta da nonna Rosa, dai coniugi Bista e Stella e dai loro tre figli Dina, Delia e Dino, ma quest’ultimo era in guerra. I Nepi accolsero Enzo Tayar e, qualche mese dopo, anche il soldato inglese Jim Foxall, prigioniero dei tedeschi che era fuggito, insieme ad un compagno, da un treno merci carico di prigionieri che passava dalla Gruccia.
Enzo e Jim, che sfuggivano ai tedeschi, si ritrovarono così accolti entrambi dalla famiglia Nepi, che allestì per loro anche una grotta nel bosco dove potersi nascondere dai nazifascisti. Tra le famiglie nacque così una profonda amicizia, e anche qualcosa di più: Dina, una delle figlie dei Nepi, si innamorò infatti di Jim e alla fine della guerra si sposarono, trasferendosi a Birmingham in Inghilterra. Questa lunga storia è stata raccontata dallo stesso Tayar nell’autobiografia “1943 – i giorni della pioggia”: e dalla lettura del libro è partita proprio la giornata di questa mattina, che ha visto presenti a Montevarchi i discendenti di queste famiglie, legate per sempre da un filo stretto.
Ha detto Jane Tayar, figlia di Enzo: “Ricordo i racconti di mio padre da bambina, dell’accoglienza della famiglia Nepi, del rifugio che avevano costruito per lui, del rischio forte che ha corso. Mi ha sempre colpito tutto questo, da bambina. Abbiamo mantenuto con la famiglia Nepi un rapporto stretto, in particolare proprio mio padre; quando lui se n’è andato ho cercato di rintracciare le figlie e i nipoti per non perdere questo rapporto. Non fu facile ritrovare le figlie trasferite a Birmingham, ma ce l’ho fatta. Loro sono stati un esempio di umanità, coraggio, abnegazione, per il pericolo che hanno corso per salvare anche una sola persona. Credo che la testimonianza di quanto hanno fatto sia davvero preziosa, anche per i giovani di oggi”.
Bruna Nepi, nipote di Bista e Stella, ha aggiunto: “I miei nonni, in particolare la mia nonna che ho conosciuto di più, ci ha sempre trasmesso la cultura dei valori contadini, dell’amicizia, della collaborazione, dell’aiuto reciproco, del rispetto degli altri. Credo che i miei nonni abbiano salvato queste persone perché vedevano in loro un po’ mio padre, il loro figlio che era in guerra; forse lo hanno trattato un po’ come se fosse loro figlio, che aveva bisogno di aiuto, e in qualche modo è rimasto per sempre come un figlio”.
Per l’occasione sono arrivati a Montevarchi dalla Gran Bretagna anche i figli di Dina, che si è sposata con il soldato Jim Foxall. “I miei genitori mi hanno raccontato questa storia, perché sono stati coloro che hanno vissuto in prima persona l’evento. Mio padre, prigioniero dai tedeschi, scappò e fu nascosto e salvato dai coniugi Nepi, e diventò amico di Enzo Tayar, che tra l’altro parlava inglese. È una storia di amore, di affetto. E vorrei che questi ragazzi capissero come due persone molto ordinarie, normali, hanno fatto cose straordinarie, capaci di cambiare le vite, le esistenze”.
Anche la dirigente scolastica professoressa Chiara Casucci ha sottolineato l’importanza di questo evento: “È sempre importante raccontare ai ragazzi l’esperienza di chi, per il bene anche di un solo uomo, fa un gesto di questa portata. In questo momento è ancora più importante, in una fase in cui abbiamo bisogno di testimonianze vere, per capire quali sono i veri valori che i nostri giovani devono perseguire. Saranno cittadini che dovranno confrontarsi con gli altri, con gli esseri umani. La scuola è uno dei principali ambienti dove si impara a convivere, rispettarsi, amarsi”.
Il sindaco Silvia Chiassai Martini: “Abbiamo fortemente voluto questo incontro dopo la cerimonia di consegna del riconoscimento di ‘Giusti fra le Nazioni’ alla famiglia Nepi. È stata una grande emozione, e abbiamo sentito la necessità di tramandare questa storia di grande coraggio, un insegnamento fondamentale oggi più che mai. Questa è una lezione di educazione civica, una storia vera, che dimostra come sia possibile avere il coraggio di salvare l’altro, anche a rischio della propria vita”.