La Toscana ha recuperato quasi completamente, nel 2022, il divario rispetto ai livelli pre-covid per quanto riguarda presenze e flussi turistici, con un’ulteriore crescita confermata anche nel primo trimestre 2023. Il rapporto Irpet sul turismo in Toscana nel 2022 certifica insomma, dati alla mano, la ripresa definitiva dopo i due anni segnati dalla pandemia, e sottolinea quegli elementi che hanno consentito il rilancio del turismo toscano: ritorno dei turisti internazionali (in crescita anche quelli nazionali), resilienza e capacità di adattamento del sistema turistico, ricchezza e la varietà delle proprie attrattive che fanno della Toscana una delle mete più richieste a livello mondiale.
Il turismo nel 2019 ha inciso per il 12% del Pil toscano. Il consumo turistico nel 2022 è sostanzialmente tornato ai livelli del 2019 attestandosi sui 10 miliardi (resta da recuperare ancora il 4,8%). Lo studio evidenzia una significativa redistribuzione territoriale dei flussi e del consumo che ha avvantaggiato le destinazioni balneari e in misura minore le aree rurali a scapito delle maggiori città d’arte e termali. Il 15% del lavoro in Toscana è attivato da settori legati al turismo: ricettività e ristorazione, servizi culturali e spettacolari, sebbene sia un’occupazione caratterizzata da stagionalità, concentrazione sulle qualifiche più basse e salari inferiori rispetto ai settori industriali.
Se questo è dunque il quadro generale, particolare rilievo va proprio al Valdarno, che risulta fra le aree della Toscana che hanno recuperato e sono cresciute di più, soprattutto nel confronto con il 2019, l’ultimo anno pre-covid: in Valdarno aretino, nel 2022, le presenze turistiche hanno superato di oltre il 10% quelle del 2019, segnando dunque una crescita davvero forte, la quinta area della Toscana a crescere di più. La tabella:
I motivi per cui il Valdarno aretino ha registrato numeri così alti sono molteplici. Si legge nel rapporto Irpet: “Tra gli ambiti che nel 2022 registrano gli incrementi più rilevanti sul 2019 sono da registrare Livorno e la Costa degli Etruschi per quanto riguarda i balneari; alcuni ambiti collinari – come la Val d’Orcia, la Val di Chiana aretina, il Val d’Arno Aretino – caratterizzati dalla maggior tenuta degli italiani, dal ritorno degli americani e dalla crescita degli europei; ambiti montani come la Lunigiana, best performer con un aumento del 20%, l’Amiata e il Casentino con aumenti intorno o superiori al 10%”. Più in generale, inoltre, a livello Toscano le destinazioni marittime e quelle montane sono le uniche ad aver pienamente recuperato i livelli 2019: +5,5% e +1,9% rispettivamente. Quelle collinari si fermano al -4,8%. Netto ancora il ritardo delle città d’arte, -23,7%, dipendenti dai flussi internazionali che ancora non sono ripartiti a pieno. Firenze su tutte, ma anche Pisa e Montecatini. Tra gli ambiti con le prestazioni migliori nel 2022 in confronto al 2019, appunto, Livorno e la Costa degli Etruschi, Riviera Apuana e Isola d’Elba tra i balneari, Val d’Orcia, Val di Chiana e Val d’Arno Aretino tra i collinari. Tra quelli montani Lunigiana, Amiata e Casentino.
Se dunque questi sono i dati del 2022, anche le tendenze per il 2023, relative al primo trimestre, confermano una ripresa, sebbene a ritmi inferiori. Il Valdarno sta continuando a crescere sul fronte delle presenze turistiche, ma a ritmi più bassi rispetto a quanto si è registrato appunto lo scorso anno. La tabella: