Il Parco di Pinocchio a Collodi è riaperto dopo tre anni di restauro. L’intervento ha un valore totale di 4 milioni di euro, resi possibili da due fondi PNRR di 2 milioni ciascuno. Uno per il parco monumentale di Pinocchio, l’altro per il giardino storico di Garzoni. Entrambi legati allo scrittore Carlo Lorenzini.
Il progetto prevedeva, oltre al restauro delle architetture, delle opere d’arte e del patrimonio vegetale, anche un aggiornamento del Parco con nuove chiavi di lettura contemporanee e strumenti narrativi. Sono state inoltre introdotte tecnologie moderne e soluzioni ecosostenibili per migliorarne la gestione.
Il Parco di Pinocchio si trova a Collodi, comune di Pescia e fu realizzato negli anni ‘50, quando il sindaco decise di dare a Pinocchio un luogo di nascita. L’autore delle avventure di Pinocchio,Carlo Lorenzini, si era voluto firmare Collodi e per questo decisero che quel piccolo borgo potesse diventarne il luogo natale. Il progetto è stato realizzato da vari artisti e architetti come Renato Baldi, Lionello De Luigi e Venturino Venturi.
Venturino, artista originario del Valdarno, realizza per la mostra una “Piazzetta dei Mosaici” composta da 900 metri quadrati di mosaico che raccontano le avventure di Pinocchio. L’opera è circondata da un muro sagomato, la cui faccia interna è interamente decorata con la storia,le avventure e i personaggi come la Fata Turchina, il Gatto e la Volpe, il serpente e molti altri.
In onore di questa occasione si esprime Lucia Fiaschi, la nipote dello scultore Venturino, raccontandoci la sua storia e il suo coinvolgimento nel progetto: “Anzilotti e alcuni cittadini tra Pescia e Collodi fondarono un gruppo di associati che poi divenne una fondazione per bandire un concorso per un monumento a Pinocchio. Già questo la dice lunga, perché i monumenti si fanno, si sono sempre fatti, ma con un personaggio dell’immaginazione non era mai accaduto. Venturino questo concorso lo vince, fu un concorso nazionale ed internazionale. Lui era giovane, praticamente esordiente, aveva poco più di 30 anni e insieme a gli architetti giovani come lui presentarono un progetto straordinario: anziché un monumento una piazza.”
“Al centro di questa piazza ci doveva stare un grande Pinocchio, alto cinque metri che con il braccio alzato proiettava la propria ombra sul pavimento anch’esso progettato da Venturino Venturi come una sorta di gnomone di una meridiana o meglio di gigantesco segnalibro che varia a seconda della luce del giorno delle stagioni e così via. Un’idea strepitosa. Il fatto è che però la scultura non la fece Venturino perché vinse, sì, ma in ex aequo con Emilio Greco. Emilio Greco era, contrariamente a Venturino, famoso al culmine della propria carriera e dunque doveva in qualche modo vincere e Venturino non poteva ottenere la sua meravigliosa creatura.Quella creatura della quale abbiamo i bozzetti originali, per fortuna, uno lo costudisco io nel mio archivio, uno è della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e il terzo, infine, l’originale ai Musei Vaticani e l’unica copia in bronzo che sia mai stata eseguita fa parte della collezione della Banca del Credito Cooperativo di San Giovanni Valdaino.”
Ci spiega inoltre il legame che vi è tra Venturino e Pinocchio, nato quando era bambino. Venturino lasciò insieme alla famiglia l’Italia per un viaggio verso il centro Europa. Durante il viaggio suo babbo si era portato dietro due libri: le avventure di Pinocchio e la Divina Commedia.