La mostra inaugurata il 12 marzo rimarrà aperta fino a martedì 25 aprile. All’interno fotografie, oggetti, rarità editoriali, manoscritti autografi di Vittorio Locchi nel centenario della morte avvenuta nel 1917
Inaugurata lo scorso 12 marzo la mostra “Vittorio Locchi. Il tempo, l’opera e la storia di un giovane intellettuale”, rimarrà aperta nel Palazzo Pretorio fino a martedì 25 aprile. Fotografie, oggetti, manoscritti autografi, opere inedite, lettere e cartoline originali per ricordare e far conoscere un figlinese doc a cento anni dalla morte avvenuta nel 1917 a soli 28 anni.
La mostra, allestita da Marco Rossi, è suddivisa in tre parti: la prima parte del percorso espone foto e documenti conservati prevalentemente dalla famiglia dell’intellettuale e dai suoi eredi, in modo da far rivivere al visitatore la Figline di fine ‘800 grazie al supporto delle immagini; la seconda, invece, si intitola “La Sagra di santa Gorizia – Locchi soldato”, dal nome di una delle sue opere più famose, ed ha come ambientazione la guerra di trincea e i suoi orrori. Infine, il percorso si chiude con un focus sulle modalità con cui la memoria di Locchi (poeta e scrittore) e delle sue opere è stata tramandata fino ai giorni nostri: dall'editore Cozzani all’impegno personale di sua sorella Pia Locchi, che dedicò tutta la sua vita al ricordo delle sue produzioni.
Tutti gli appuntamenti in rassegna sono organizzati in collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico figlinese, il Circolo fotografico Arno, il Circolo MCL “Fanin” e con il supporto di Adelmo Brogi, Giacomo Beni e gli eredi della famiglia Locchi, fra cui Marta Rabatti, Miura Matti e Lando Locchi, che hanno messo a disposizione materiale proveniente dalle loro collezioni private.
Il sindaco Giulia Mugnai spiega l'importanza che riveste la mostra e la figura di Vittorio Locchi per recuperare un pezzo della storia del territorio.