La bambina di un anno e mezzo era stata trovata all’alba di domenica in un canalone nelle montagne sopra Reggello, in grave ipotermia e in arresto cardiocircolatorio. Rianimata sul posto e ricoverata al Meyer, ha lottato per due giorni fra la vita e la morte. Questa sera constatato il decesso. L’intera comunità di Cascia e Reggello ha pregato in queste ore, ora è il momento del dolore e del cordoglio
È durata sei ore, la dolorosa procedura di accertamento della morte della piccola Sofia Pancrazzi, all'ospedale Meyer di Firenze. Alle 20,50 è stato dichiarato il decesso, dopo più due giorni in cui i medici hanno tentato di tutto, per salvarle la vita, purtroppo invano. E i genitori hanno dato il via libera alla donazione degli organi: ora inizia la procedura medica per valutare quali sia possibile donare.
L'epilogo drammatico di una vicenda iniziata sabato pomeriggio, intorno alle 14, quando la nonna paterna, Morena Ghinassi, l'ha portata fuori sul passeggino per una camminata. Qualcuno le ha incontrate, per strada, quella nonna con la nipotina: l'ultima è stata una ragazza che faceva jogging, verso le 18, a Pontifogno. Poi il buio, l'allerta per la loro scomparsa, e le ricerche.
Sono durate tutta la notte, hanno impegnato decine di uomini, cani, squadre di forze dell'ordine e volontari, e anche tanti cittadini che hanno voluto dare una mano. La zona intorno all'ultimo avvistamento battuta palmo a palmo, per ore, finché con le prime luci dell'alba la caparbietà di un gruppo impegnato nelle ricerche è arrivata fino al punto più impensabile, oltre il guado di ponte di Macereto. Lì, in fondo a una scarpata, c'erano nonna e nipote, distanti qualche metro l'una dall'altra.
Per la bambina, un anno e mezzo, la situazione è apparsa subito più grave. In stato di ipotermia e in arresto cardiocircolatorio, è stata rianimata sul posto, poi portata al Meyer in condizioni gravissime. Ha lottato per più di due giorni, in bilico fra la vita e la morte. I sanitari le hanno prestato tutte le cure possibili, purtroppo invano.
Ora è il momento del lutto e del cordoglio, per una famiglia spezzata da un dolore troppo grande, e per una comunità intera, quella di Cascia e di Reggello, che insieme a tutto il Valdarno ha cercato, sperato, pregato. Poco lontano dal Meyer, all'ospedale di Careggi, la nonna Morena Ghinassi reagisce alle cure, ma sembra ancora confusa su quanto accaduto. Non sarebbe in grado di ricordare come sia arrivata fin lassù con un passeggino, cosa l'abbia spinta così lontano da casa, in una zona impervia, con la nipotina piccola. In passato aveva già avuto episodi di vuoti di memoria, dice chi la conosce. Solo lei potrà fornire risposte agli interrogativi ancora aperti su questa vicenda.